Sanremo vuole Zaki libero «Ma ora tocca al governo»
Dalle prime manifestazioni sotto i portici di Bologna per chiedere «l’immediata scarcerazione» di Patrick Zaki, alla mozione parlamentare per concedere la cittadinanza italiana allo studente egiziano dell’Alma Mater incarcerato in Egitto da più di un anno. La battaglia per la liberazione di Patrick Zaki è cresciuta nei mesi con la costanza di chi l’ha portata avanti: i colleghi del master in Studi di genere, l’Università, le istituzioni, le organizzazioni per i diritti umani e molti altri. Martedì sera, però, il caso Zaki ha sfondato la parete del piccolo schermo televisivo, approdando su una delle principali vetrine della tv italiana: il palco del Festival di Sanremo. Quella di Patrick Zaki, ha detto Amadeus dall’Ariston, è «una vicenda che continua a turbare la coscienza di tutta la comunità internazionale». Il conduttore del Festival ha ricordato l’odissesa dello studente dell’Alma Mater, per cui sono appena scattati altri 45 giorni di custodia cautelare in carcere. Patrick Zaki «rischia una condanna a 25 anni di carcere: il suo caso sta suscitando forti reazioni in tutto il mondo e da cittadini e uomini civili — ha concluso Amadeus — non possiamo che augurarci che Patrick torni libero il più presto possibile e possa riprendere a studiare nella sua Bologna». Riccardo Noury, portavoce di Amnesty international in Italia, ha definito quello arrivato dall’Ariston «una sorpresa importante», soprattutto dopo il no arrivato dal Festival alla presenza delle sagome di Zaki nella platea vuota del Festival. «Milioni di persone hanno appreso, penso per la prima volta nella maggior parte dei casi — sottolinea Noury — che c’è un problema grave riguardante uno studente egiziano che si è affidato a noi, all’Italia, all’Università di Bologna e che è in carcere in Egitto da quasi 13 mesi». Il sindaco di Bologna Virginio Merola, dopo l’appello arrivato da Sanremo, è tornato a chiedere che si faccia «una pressione maggiore sullo Stato egiziano. Questa città e questo Paese — ha concluso Merola — devono continuare a dire che i diritti umani e l’Università non devono essere toccati da questi episodi». L’assessore alla Cultura Matteo Lepore ha twittato il suo «grazie da Bologna ad Amadeus». Così come l’Università di Bologna: «Continuiamo tutti a chiedere che Patrick Zaki venga liberato».