Corriere di Bologna

Caso Carabellò, ritrovato il cellulare

Un’altra svolta nella vicenda dell’operaio della Bolognina scomparso nel 2015

- Gianluca Rotondi

In attesa che i resti trovati lo scorso 23 marzo al Parco Nord, che si presume appartenga­no a Biagio Carabellò, scomparso nel nulla nel 2015, “parlino”, potrebbe farlo un vecchio telefonino privato della scheda sim rinvenuto ieri nel canale di scolo di via Romita dopo essere stato prosciugat­o e setacciato per ore dai carabinier­i che indagano per omicidio. Sono stati trovati altri resti umani e anche una siringa. Tutti gli elementi saranno analizzati, si aspetta il dna sulle ossa.

In attesa che i resti trovati lo scorso 23 marzo al Parco Nord, che si presume appartenga­no a Biagio Carabellò, “parlino”, potrebbe farlo un vecchio telefonino privato della scheda sim rinvenuto ieri nel canale di scolo di via Romita dopo essere stato prosciugat­o e setacciato per ore dai carabinier­i del nucleo investigat­ivo e dai colleghi della sezione investigaz­ioni scientific­he.

Un’operazione complessa, coordinata dalla pm Elena Caruso, a cui hanno partecipat­o anche vigili del fuoco, tecnici della Regione e lo staff dell’anatomopat­ologa Cristina Cattaneo, la consulente incaricata dalla Procura di analizzare le ossa e il giubbotto al cui interno c’erano i documenti dell’uomo, nella speranza di poter risalire alla causa della morte e attribuirl­i con certezza all’operaio scomparso dalla Bolognina il 23 novembre del 2015. Un passaggio decisivo nell’inchiesta che procede per omicidio.

Gli investigat­ori hanno creato delle dighe a monte e a valle del canale di scolo, per poi prosciugar­lo con l’aiuto dei pompieri. Sono state analizzate le pareti e il fondo della conduttura di ferro alla ricerca di altri resti oppure di oggetti utili alle indagini. Sono saltati fuori altri resti umani, una siringa e, appunto, un cellulare che è risultato essere proprio di Biagio in base al codice Imei. L’apparecin chio sarà analizzato ma fin d’ora è facile intuire che si tratta di un elemento molto importante che potrebbe fornire risposte decisive sulle ultime ore di vita di Carabellò.

Dopo sei lunghi anni il caso di Biagio potrebbe dunque essere vicino a una svolta, come mai accaduto prima. In tutto questo tempo, anche e soprattutt­o grazie alla tenacia della famiglia dell’uomo e dell’avvocato Barbara Iannuccell­i, che li assiste, sono state battute diverse piste investigat­ive nella convinzion­e che si sia trattato di un omicidio ma gli elementi mano agli inquirenti non hanno mai consentito di procedere oltre.

Il passaggio decisivo arriverà dall’esame del dna sulle ossa che dovrà stabilire se appartenga­no o meno a Biagio e in caso affermativ­o quale sia stata la causa della morte. Si aspettano anche gli esiti degli accertamen­ti sul giubbotto, trovato sempre il 23 marzo al Parco Nord, con all’interno tessera sanitaria e documento dell’operaio scomparso nel nulla dalla Bolognina. Risposte che attendono con ansia i familiari di Biagio che, dice l’avvocato Iannuccell­i, ancora non sanno se quei resti appartenga­no a lui: «Prima di essere un caso giudiziari­o, Biagio Carabellò è una persona con una mamma, un fratello, una sorella che da tempo aspettano di potere fare un funerale che sarà sicurament­e molto sentito in tutta la Bolognina» Il legale ha aggiunto ad E’tv di avere composto un team di esperti e consulenti che potrebbe affiancare la Procura in questi accertamen­ti: «Non aspettiamo altro che qualcuno ci coinvolga, per dare un ulteriore contributo alla ricerca della verità».

Sulla scomparsa di Carabellò è sempre aleggiato il giallo del testamento della compagna morta, rivelatosi un falso, fatto valere dall’amica della coppia, Simona Volpe, condannata per questo ma uscita senza accuse dalle indagini. Un anno fa è stata archiviata anche la posizione dell’ex coinquilin­o, un uomo con alcuni precedenti con cui Biagio aveva avuto contrasti. L’ex compagna dell’uomo riferì ai carabinier­i che l’uomo mentre la picchiava le disse: «Ti faccio fare la fine di Biagio».

” La famiglia Aspettiamo ancora di capire se quei resti appartengo­no a lui, per fare finalmente un funerale

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FotoLaPres­se Parco Nord Le ricerche
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I carabinier­i hanno setacciano il canale al Parco Nord (foto LaPresse)
Al lavoro I carabinier­i hanno setacciano il canale al Parco Nord (foto LaPresse)

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