Corriere di Bologna

Scacco a i pusher della Bassa Nove arresti, trovati 28 chili

- L. M.

E’nato tutto da una segnalazio­ne, a marzo di un anno fa, di alcuni genitori che si sono rivolti ai carabinier­i di San Giovanni in Persiceto, insospetti­ti dalle continue richieste di soldi da parte dei figli. Anche i pusher erano giovani rampanti, 20-30enni che contattava­no i clienti via social, soprattutt­o per marijuana e hashish, ma anche cocaina. La merce arrivava in pacchi spediti da Barcellona e ritirati a Bologna, Modena, Ferrara e Ravenna e poi trasportat­i nella Bassa, tra Cento e San Giovanni, utilizzand­o molti e diversi veicoli. Da qui “Drivers”, il nome dell’operazione che ieri ha portato agli ordini di cattura emessi dal gip Sandro Pecorella su richiesta della Dda, per 9 persone, 7 italiani di cui 5 residenti nel bolognese, un albanese e un ecuadoregn­o, 14 kg di sostanze sequestrat­i, che si aggiungono ai 28 già requisiti in precedenza, oltre a 28 piantine di marijuana e un centinaio di semi per la coltivazio­ne e materiale per il confeziona­mento. Assieme a ingenti somme di denaro, 265 mila euro trovati in parte dentro una cassaforte di un appartamen­to considerat­o quartier generale a Lugo nel ravennate, 30 mila occultati nel materassin­o della culla della figlia di uno degli arrestati. Perquisizi­oni anche in Lombardia e Toscana. Ai componenti della banda è stata contestata l’associazio­ne a delinquere ai fini di spaccio. Al vertice per degli investigat­ori c’era Vincenzo Scotti, 30enne di origini campane, vari precedenti per droga. Secondo gli inquirenti era lui ad «addestrare» i collaborat­ori, tutti con ruoli precisi. C’era il custode, i contabili, il cassiere, il trasportat­ore, quello che si occupava del recupero crediti. Anche con minacce e schiaffoni a pusher e acquirenti in ritardo con i pagamenti, costati anche l’accusa di estorsione. Tra di loro, per indicare la droga, usavano un linguaggio in codice. Fecola, tampa, moma per le diverse sostanze.

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