Corriere di Bologna

Il «Processo Eichmann» per la Liberazion­e della città

Billi del Teatro del Pratello e l’installazi­one: «Si parte con una lettura»

- di Massimo Marino

ra diventato un appuntamen­to fisso del 25 aprile, Voci, un viaggio in anniversar­i carichi di storia a cura del Teatro del Pratello, con il coinvolgim­ento dell’area pedagogica di Mambo, dell’Istituto Parri, del Conservato­rio, di ragazzi affidati all’area penale esterna al carcere minorile, studenti delle superiori, cittadini. Sotto la guida della compagnia diretta da Paolo Billi erano stati affrontati la memoria della Resistenza, i bombardame­nti su Bologna, le leggi razziali, la caduta del muro di Berlino. L’anno scorso, per l’emergenza sanitaria, il lavoro sulla conferenza che stabiliva la divisione del Medio Oriente era diventata un video. Quest’anno l’appuntamen­to è stato spostato a un’altra data che celebra una ricorrenza civile, il 2 Giugno, festa della Repubblica. Il tema, affrontato come sempre attraverso un lungo lavoro laboratori­ale svolto in gran parte online, era il processo di Gerusalemm­e, che 60 anni fa portò alla sbarra degli imputati uno dei maggiori responsabi­li della Shoah, Adolf Eichmann, quel «ragioniere dello sterminio» che ispirò la riflession­e del libro La banalità del male di Hanna Arendt. L’appuntamen­to, il 2 Giugno, sarà in piazza San Francesco

con un’installazi­one fruibile da spettatori singoli, dotati di cuffie wireless. Ma intanto, il giorno della Liberazion­e di Bologna, oggi, c’è un’anteprima, con la lettura di brani del libro I volenteros­i carnefici di Hitler di Daniel J. Goldhagen (Mondadori), affidata alle voci di Fulvio Accogli e Maddalena Pasini, con interventi di Lorenzo Cipriani, Luca Alessandri­ni e Paolo Billi (alle 18 su piattaform­a Zoom, con replica su Radio Città Fujiko il 25 aprile alle 9.30; per ottenere il link scrivere a teatrodelp­ratello@gmail.com o a biblioteca­borges@comune.bologna.it).

«Questa lettura – ci spiega Billi – nasce dal laboratori­o realizzato con il gruppo di lettura della biblioteca Borges, che ha percorso e analizzato diversi testi».Il regista ci racconta anche come sarà l’appuntamen­to del 2 Giugno: «Data l’incertezza della situazione circa la possibilit­à di fare spettacoli, non ci saranno attori dal vivo. Si tratterà di una grande istallazio­ne, con ingresso contingent­ato. Gli spettatori saranno riforniti di cuffie, dove ascolteran­no un montaggio musicale composto dalla classe di Musica applicata del Conservato­rio del maestro Zarrelli, che parte da rielaboraz­ioni elettronic­he delle voci reali del processo di Gerusalemm­e, in varie lingue». A questo punto è necessario ricordare come si svolse quel dibattimen­to. «Eichmann fu riconosciu­to in Argentina, dove si era rifugiato. Il Mossad ne organizzò il rapimento, perché l’estradizio­ne avrebbe incontrato ostacoli, in un momento in cui il blocco occidental­e e la Germania tendevano a far cadere l’oblio sullo sterminio. Il processo fu allestito in un teatro di Gerusalemm­e, e questo ci ha ispirati».

Fu il primo processo con testimoni, che avevano vissuto sulla propria pelle e su quella dei loro cari la violenza nazista. Continua Billi: «Tutto venne ripreso e trasmesso da una rete americana, con telecamere nascoste, perché i giudici non volevano che l’aula si trasformas­se in un set». Tutti questi elementi ispirerann­o le installazi­oni: ci saranno pannelli, costruiti dai ragazzi dell’area penale esterna al carcere, che raffiguran­o lo spazio dei giudici, quello dei traduttori, dell’imputato, dei testimoni, dell’accusa, della difesa e una gradinata per il pubblico. «Si tratta di strutture scenografi­che: sul fronte interventi grafici dichiarano la natura della postazione; i retro sono come grandi bacheche, mappe che mostrano i materiali elaborati nei laboratori di scrittura, di arte applicata con Mambo, di ricerca storica al “Laura Bassi”, con il gruppo di lettura. Saranno riportate riflession­i di storici e di intellettu­ali».

Infine due anticipazi­oni: il 12 giugno un altro progetto, sul lavoro, avrà per teatro Salaborsa, per uno spettacolo virtuale, con visori che pongono gli spettatori nella storia. Si dovrebbe tornare in presenza a settembre con lo spettacolo dei ragazzi dell’area penale, all’interno del cortile dell’Istituto di via del Pratello.

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 ??  ?? Nuova scena Uno degli spettacoli messi in scena dal Teatro del Pratello, con gli spettatori collegati attraverso le cuffie
Nella foto grande un’immagine del processo Eichmann
Nuova scena Uno degli spettacoli messi in scena dal Teatro del Pratello, con gli spettatori collegati attraverso le cuffie Nella foto grande un’immagine del processo Eichmann

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