Lepore-Conti, è scontro totale
L’assessore: abbiamo fermato Salvini, fermeremo Renzi. Lei: fermi chi vuole, io voglio unire
Lo scontro è immediato: a nemmeno 24 ore dalla discesa in campo di Isabella Conti per le primarie del centrosinistra, l’assessore Matteo Lepore dà fuoco alle polveri. L’obiettivo è Matteo Renzi e, quindi, Conti stessa: «Bologna è già scesa in piazza per fermare Salvini, andrà a votare alle primarie per rimanere la città più progressista d’Italia». Votando lui, s’intende. La sindaca replica a stretto giro: «Io voglio unire, lui fermi chi vuole».
Nella lunga partita a scacchi che lo coinvolgerà nelle prossime settimane, l’assessore alla Cultura e al Turismo Matteo Lepore, ha deciso di attaccare da subito puntando ai pezzi pregiati: il re e la regina, quindi il senatore e leader di Italia Viva, Matteo Renzi, e la sindaca di San Lazzaro, Isabella Conti.
La sfida alle primarie del centrosinistra si apre con i fuochi d’artificio, perché Lepore va dritto al punto prendendo di petto l’iniziativa con la quale Renzi ha deciso di sparigliare le carte. «C’è chi partecipa per dividere e chi per unire. Qualcuno ha deciso di strumentalizzare queste primarie — ha attaccato ieri Lepore nella diretta social con cui ha ufficializzato la sua corsa —. Ma non è un problema, perché Bologna è scesa in piazza quando è venuto Matteo Salvini al PalaDozza, andrà a votare alle primarie per far rimanere Bologna la città più progressista d’Italia. Penso di essere la persona e il candidato in grado di unire questa coalizione e da queste primarie avverrà qualcosa che rappresenterà un esempio nazionale. Posso essere quello che mette insieme con ago e filo la coalizione, posso convincere anche quelle forze che già si sono dichiarate contrarie alle primarie o alla presenza di Italia viva. Non credo che questo possa essere fatto da chi è entrato come un elemento divisivo». Il palcoscesimbolo nico scelto per aprire la campagna elettorale è simbolico: la biblioteca comunale Mirella Bartolotti in via Scandellara. In periferia e in un luogo dedicato alla prima donna ad assumere un incarico di giunta a Palazzo d’Accursio (fu assessora con delega ai Problemi delle donne con Giuseppe Dozza). Lepore è accompagnato da due donne del suo team (Cristina Ceretti ed Erika Capasso) e l’inizio del suo discorso è tutto dedicato all’impegno necessario per il mondo femminile. L’assessore, che dopo il vertice di lunedì a Roma ha il pieno appoggio del segretario nazionale del Pd, Enrico Letta, con il quale parteciperà sabato a un evento, ha dalla sua anche gran parte del partito locale: resta sempre in campo anche l’assessore al Commercio e la Sicurezza, Alberto Aitini, sostenuto dalla corrente di Base riformista. Aitini continua a confermare che correrà e aspetta solo che il segretario provinciale del Pd, Luigi Tosiani, convochi la Direzione per conoscere tempi e regole.
Lepore non fa passare l’idea che quella della sindaca di San Lazzaro sia una candidatura autonoma e indipendente. «Credo che lei sia una persona assolutamente da stimare, che giustamente fa questa partita ed è giusto che ci confrontiamo sui contenuti — osserva — I cittadini non troveranno simboli ma nomi. Quindi dire che si rinuncia al è un modo non corretto di presentarsi ai cittadini, perché comunque è un’iscritta di Italia viva, è stata candidata da Renzi e credo che dovrebbe essere orgogliosa di questo, come io lo sono di essere iscritto al Pd. Penso sia un fatto che sia stata candidata da Renzi, perché fino a prima di Pasqua ha detto che non si sarebbe mai candidata.
Poi Renzi ha proposto dalle tv nazionali che fosse candidata, una cosa legittima che io rivendicherei se fossi in lei». Infatti, aggiunge Lepore sarcastico, «è un esponente molto importante del nostro Paese che ha condizionato la caduta di diversi governi. Come sappiamo è una persona che sa come introdurre elementi di disturbo».
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