Gli aspiranti rettori: tornare alle lezioni in presenza
In 300 all’incontro online promosso dalle Docenti universitarie
Ricerca, didattica, personale, come utilizzare i fondi del Recovery Plan e come rilanciare l’Alma Mater. Così i cinque candidati al rettorato si sono confrontati ieri.
«Vinca il migliore. O la migliore». L’auspicio, partito al momento dei saluti finali, è l’unica concessione alla battuta in un confronto serrato, dettato dal rispetto rigoroso dei tempi per contenere tutto in due ore, tra i cinque candidati al rettorato. Ad organizzarlo l’Associazione delle docenti universitarie, guidata dalla giurista Chiara Alvisi, un appuntamento ormai tradizionale nelle campagne per l’elezione del rettore, ma questa volta forzatamente a distanza. Questo può aver favorito la partecipazione più forte del passato da parte degli uomini, circa 300 i partecipanti, tra docenti, tecnici, amministrativi e qualche studente. A circa 40 giorni dal primo turno delle elezioni, previsto per il 22 e 23 giugno, l’incontro dell’Addu dà il via agli incontri tra i cinque, occasioni importanti in cui mettere a confronto idee e visioni dell’Alma Mater del futuro.
Su un punto i candidati concordano: la didattica online deve tornare ad avere un ruolo residuale, magari «per includere studenti che non possono essere presenti», come dice Giovanni Molari di Agraria. «L’esperienza fatta va salvaguardata, ma la didattica deve tornare in presenza», scandisce Giusella Finocchiaro di Giurisprudenza. Si possono fare «sperimentazioni in taluni ambiti ma con verifiche annuali», aggiunge Pier Paolo Gatta di Veterinaria. «Per i corsi triennali e magistrali la didattica è anche socializzazione, fondamentale», assicura Giuliana Benvenuti di Lettere. «Preferisco parlare di formazione, l’Università è fatta di relazioni, che richiedono la presenza di tutte le componenti, della comunità che quando tornerà troverà una struttura che ha bisogno di interventi».
Investire, è il termine ricorrente. Tenendo presente anche i miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. In primo luogo la ricerca, «per rilanciarla e mettere i nostri migliori nelle condizioni di vincere i bandi Erc», dice Molari, «siamo coinvolti anche noi nella ricostruzione del Paese», fa notare Gatta, «è una grande opportunità, ma anche una grande responsabilità, l’Ateneo deve compensare con un investimento forte nella ricerca di base», afferma Finocchiaro, «abbiamo già una struttura reticolare, capace di lavorare con il territorio», aggiunge Benvenuti, «tra le priorità c’è la costruzione delle infrastrutture per la ricerca», dice Sobrero.
Il nuovo rettore, o rettrice, deve investire anche sul personale tecnico e amministrativo: è questa la promessa che fanno i cinque. Non solo perché il personale vota, ma anche perché le riorganizzazioni non concluse hanno creato «frustrazione», come annota Benvenuti. «In 5 anni siamo cresciuti ovunque ma il personale è diminuito», aggiunge Sobrero. «Valorizziamolo, per ricostruire il senso di comunità», dice Finocchiaro.
Post Ubertini Contendenti d’accordo sul ritorno delle lezioni in presenza e sul creare il senso di comunità