Maccaferri verso il no al fondo Apollo, oggi il cda
Oggi si riunisce il cda di Seci, gruppo Maccaferri. L’orientamento è quello di rifiutare l’offerta da 215 milioni di Apollo e proseguire da soli
Il verdetto arriverà oggi quando la famiglia Maccaferri proverà a trovare un’intesta sulla proposta da scegliere per tentare di uscire dalle secche. Poi martedì prossimo arriverà il giudizio del Tribunale che, però, difficilmente chiuderà la partita. Oggi, intanto, è fissato il cda di Seci, la holding finita in concordato di quel che resta dell’impero Maccaferri. La famiglia dovrà decidere se accettare l’offerta vincolante da 215 milioni di euro presentata dal fondo Apollo per il concordato in continuità della holding che tra le diverse partecipazioni possiede anche il 51% del sigaro Toscano. «Ci sono diverse offerte a conferma del buon lavoro fatto finora — fanno sapere dalla società —. La decisione verrà presa a tutela di tutti i creditori e non solamente degli obbligazionisti».
Parole che confermano le tensioni con i soci di minoranza (Mcg holding della famiglia Montezemolo, Comimpresa di Aurelio Regina, Antelao di Piero Gnudi e Aragorn value leadership di Francesco Valli) che due anni fa hanno sottoscritto il bond da 90 milioni garantito dal 51% delle quote del Sigaro Toscano. Il piano di Apollo prevede il pagamento immediato di obbligazionisti e creditori privilegiati. Ma, almeno per il momento, sembra che i Maccaferri restino dell’idea di andare avanti da soli con il piano «stand alone» che verrà attestato e poi dovrà passare l’esame del Tribunale.
Nella bozza di piano di concordato della famiglia è coinvolta anche Europa investimenti, società del gruppo Arrow Global specializzata nell’acquisizione di «distressed real estate» e crediti deteriorati. Il piano «stand alone» della holding — che verrà depositato poche ore prima dell’udienza fissata alle 15 di martedì — prevederebbe il pagamento di circa 6 milioni al momento dell’eventuale omologa. Per i creditori chirografari, quelli non assistiti da cause di legittima prelazione, sarebbe prevista una quota di rimborso tra il 15% e il 21% da qui al 2025, la data di conclusione del piano. Se, entro quel termini, le cessioni di partecipazioni e immobili non soddisferanno la percentuale prevista, allora gli ulteriori introiti verrebbero divisi a metà tra i creditori e la famiglia che ha intenzione di restare al comando del gruppo. Europa investimenti, nel corso del piano, potrebbe proporre ai creditori un rimborso inferiore rispetto a quello previsto dal piano ma immediato.
La proposta da 215 milioni di Apollo, invece, è strutturata in maniera diversa. L’offerta americana prevederebbe il rimborso al 100% per i creditori privilegiati e gli obbligazionisti. La percentuale a favore dei creditori chirografari sarebbe intorno al 15%. I soldi cash di Apollo verrebbero versati subito e consentirebbero di garantire i diritti dei creditori e proteggere i livelli occupazionali delle società ancora controllate dalla holding. La proposta del fondo americano, che è assistito in Italia dall’advisor Apeiron, sarebbe una soluzione anche per le banche creditrici dei circa 750 milioni di esposizione della conglomerata. Oggi, come detto, il cda di Seci dovrà accettare o respingere la proposta del fondo. Se, come appare probabile, arriverà un rifiuto si andrà in Tribunale con il piano «stand alone». Apollo, però, potrebbe decidere di migliorare la sua offerta. A quel punto si innescherebbe una competizione dagli esiti davvero imprevedibili.
Il nuovo soggetto Nella bozza del piano di concordato della famiglia è coinvolta Europa Investimenti