Corriere di Bologna

Countdown per la caserma Solazzo: «Forte valore simbolico»

- Luca Muleo

Mauro Mitilini, Otello Stefanini e Andrea Moneta. Sarà innanzitut­to per loro, nel parco che ne porta il nome, che verrà costruita la nuova caserma dei carabinier­i al Pilastro. Un simbolo, lo Stato con la sua presenza sul territorio dove i fenomeni criminali che si sono dati il cambio nel tempo hanno avuto, e hanno, la tendenza di provare ad affrancars­i. E dove tre figli ventenni sono caduti nell’agguato dei Savi, il punto peggiore del terrore e dello smarriment­o nello storico quartiere nel quartiere. Il dolore mai sopito per l’eccidio dei tre militari guida ancora oggi gli sforzi per dare al Pilastro il suo presidio di sicurezza. Il parco dove tra le vie Casini e Pirandello prima sono stati abbattuti i ruderi comunali e ha già preso forma la struttura della nuova caserma, è davanti alla chiesa di Santa Caterina il luogo in cui ogni anno la memoria dei tre militari rinnova rabbia e sofferenza delle famiglie. S’affaccia proprio su via Natali, il luogo dell’ultima sparatoria. Guarda verso il bunker, dove la gente dice di aver paura e le bande si sparano, si rincorrono con le auto, il market della droga alza le serrande in serata e cresce una generazion­e tossica. Gruppi di stranieri che spacciano ma anche pusher o sempliceme­nte condomini italiani che s’accoltella­no, come accaduto in via Pirandello la sera dopo la sparatoria tra due 50enni. Vecchi rancori: uno è finito in ospedale con 30 giorni di prognosi. «La caserma è l’unica speranza», dicono i residenti. Perfino la sola cosa che mette d’accordo la politica. «L’inaugurazi­one a fine 2021, mi dispiace che non sarò io a tagliare il nastro» aveva detto il sindaco Virginio Merola il 4 gennaio scorso, trentennal­e della strage. Previsioni che dovrebbero essere rispettate o nella peggiore delle ipotesi, anche in relazione alle difficoltà create dalla pandemia, slittare di pochi mesi. Ma dopo anni di discussion­i e un progetto presentato per la prima volta alla cittadinan­za nel 2013, ci siamo davvero. Quasi 2,5 milioni spesi per dare al Pilastro un futuro più sereno. «Siamo contenti di avere una nuova sede», dice il comandante provincial­e dell’Arma, Pierluigi Solazzo. «Il forte valore simbolico che ha il Pilastro per noi è stato un motivo in più che ci ha spinto insieme al Comune a portare avanti questo progetto. Con l’obiettivo di far crescere i livelli di sicurezza percepita ed effettiva. Avere un simbolo dello Stato aiuta le persone a sentirsi più tranquille. La proiezione esterna di una presenza fisica nel quartiere sarà motivo per far crescere i livelli di sicurezza in tutta la zona».

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