Corriere di Bologna

Modena City Ramblers Trent’anni di libertà In un libro l’avventura

- Andrea Tinti

Franco D’Aniello, fondatore storico dei Modena City Ramblers, ha scritto un libro, E alla meta arriviamo cantando. Le storie, i viaggi, la musica dei Modena City Ramblers, pubblicato da La nave di Teseo (euro 18), che racconta in 290 pagine una vita passata sui palchi insieme ai suoi compagni d’avventura, una vita fatta di musica ma anche di una visione particolar­e dell’esistenza umana. «Sono trent’anni che vado in giro per l’Italia e il resto del mondo a suonare con i Modena City Ramblers – dice D’Aniello - centinaia di palchi, milioni di chilometri in macchina, un’ernia al disco, migliaia di persone conosciute, di strette di mano, qualche birra ogni tanto, e musica, tanta. L’idea di mettere in parole scritte tutte le emozioni, o se non tutte molte di esse, non è per vanità o voglia di mettermi alla prova con qualcos’altro che non sia la musica. Credo che sia bello, o almeno così spero fortemente, pensare che molti nostri fan e amici che ci hanno seguiti in tanti anni possano condivider­e con me questi miei pensieri. Un po’ il dietro le quinte di una canzone, di un disco, del viaggio che magari ha proprio ispirato quella canzone».

D’Aniello è una persona a tutto tondo, oltre che essere un flautista, è stato un allenatore di calciatori pulcini, tifa bianconero e ama il gioco delle freccette. Un ragazzino a cui piaceva, al tempo delle scuole medie, suonare il flauto dolce, strumento odiato da molti e osteggiato da altri, una passione che nel 2019 l’ha portato a coronare un sogno, suonare con i Jethro Tull, la band che ha fatto del flauto il suo marchio di fabbrica. Un libro, quello di D’Aniello, che porta per mano il lettore nell’Emilia rossa e opulenta, che racconta di questi giovani che si sentivano ribelli, amavano l’Irlanda e il suo spirito ma che alla domenica pranzavano con una scodella di tortellini fumanti, perché la rivoluzion­e passa anche attraverso un piatto della tradizione. «Per i Modena City Ramblers il viaggio non è mai stato fine a sé stesso - continua il musicista - rappresent­a un momento importante dal punto di vista artistico e sociale. Come dice il titolo del nostro primo album, che abbiamo tradotto da un disco di Bob Dylan, Riportando tutto a casa, il viaggio non è il fine ma il mezzo perché la testa si apra totalmente lasciando entrare esperienze, visioni, rumori, suoni, profumi che poi diventano canzoni. Tutto quello

I Modena City Ramblers sul treno per Auschwitz

che ho visto e sentito in questi anni è ancora vivo nella mente, nel cuore e nella pancia».

Un racconto che è la storia di una band, ricordata anche come quella di Bella ciao al concerto del Primo Maggio. Una storia che cita Don Ciotti, o Giovanni Impastato e tantissimi altri. Un libro che è un viaggio attraverso l’Italia e tanti indimentic­abili incontri.

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 ??  ?? ● A un anno dalla morte esce il libro Ezio Bosso «Faccio musica» di Piemme (330 pagine, 18,50 euro)
● A un anno dalla morte esce il libro Ezio Bosso «Faccio musica» di Piemme (330 pagine, 18,50 euro)

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