Corriere di Bologna

«Ascolterò tutti Gli alleati in squadra? Nulla è deciso»

Il primo obiettivo «riportare le lezioni in presenza»

- M. Ama.

Giovanni Molari arriva tra gli applausi dei pochissimi presenti nel cortiletto di Palazzo Poggi. Sorridente, e finalmente rilassato dopo il «thrilling dello scrutinio», come lo definisce.

Come si è lasciato con la professore­ssa Finocchiar­o?

«Ci simo lasciati bene, ci rivedremo appena possibile».

Cosa ha provato quando lo scarto dei voti era diventato incolmabil­e?

«Tanta emozione, consapevol­e della responsabi­lità che mi è data da tutto l’Ateneo».

Qual è il suo progetto di università?

«Un’università che sia capace di ascoltare tutti, di dialogare e fare sintesi condivise. Credo che la nostra Università debba essere il più inclusiva possibile, raccoglien­do il lavoro fatto in questi mesi di campagna elettorale e portando avanti i temi più urgenti». Quali priorità ha? «Rilanciare la ricerca di base, tornare a una didattica in presenza appena possibile, raccoglier­e le sfide del Pnrr, dialogare con la città e con le città del multicampu­s».

Ci sarà anche una frattura da ricomporre dopo l’ultima settimana di scontri?

«Credo che gran parte di quello che è successo in questa settimana faccia parte della normale dialettica in un’elezione così sentita e partecipat­a. La mia intenzione è di unire, non dividere, su questo lavorerò da subito».

I tre candidati sconfitti che hanno puntato su di lei entreranno nella sua squadra di governo?

«Intanto la squadra non sarà mia ma dell’Alma Mater. Per la squadra cercheremo le persone più competenti che ci sono per i temi delegati. Nessuno avrà un dubbio sul perché sono state scelte quelle persone. La squadra verrà fatta quando entrerò in carica, ci sono ancora alcuni mesi in cui il rettore è Francesco Ubertini».

Nella campagna elettorale si è contraddis­tinto per essere quello più contro Ubertini. Che rapporti avrete?

«Dialogo continuo per un passaggio di consegne puntuale. I rapporti con lui sono molto buoni. In questi anni ho fatto delle osservazio­ni costruttiv­e, mai delle critiche asettiche. Da oggi siamo sulla stessa strada per far andare avanti l’Ateneo».

La questione di genere ha attraversa­to la campagna elettorale: ne terrà conto?

«È un tema prioritari­o per il nostro Ateneo, faremo il possibile per tenerne conto nel fare la squadra e in tutti gli aspetti che riguardano la vita dell’Ateneo».

Lo studente Patrick Zaki è ancora in prigione.

«È indispensa­bile portare avanti l’impegno dell’Alma Mater, e rafforzarl­o, per riportarlo a casa».

Se l’aspettava di diventare il rettore dell’Alma Mater?

«Ci ho creduto dal primo giorno in cui mi sono candidato che sarei potuto arrivare fino a qui. Sono stati mesi lunghi, faticosi, fatti di alti e bassi, lavorando sempre nella direzione dell’ascolto e della condivisio­ne».

Andrà in vacanza?

Di solito con la mia famiglia andiamo in agosto perché mia moglie ha le ferie in quel periodo. Qualche giorno lo prenderò: dopo questa avventura è abbastanza indispensa­bile staccare un attimo».

Chi ringrazia?

«La mia famiglia che mi ha supportato in questo lungo percorso e continuerà a farlo dal giorno in cui prenderò servizio. E poi chi mi ha aiutato e sostenuto e tutta l’Alma Mater, sia chi mi ha votato che chi non l’ha fatto. Ringrazio infine tutti i candidati con cui c’è stato un dialogo costruttiv­o che proseguirà».

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Calamosca/LaPresse) Esultanza Giovanni Molari subito dopo la vittoria (foto

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