Corriere di Bologna

Gli ex operai si aggiudican­o la Lem all’asta

- Marco Madonia

All’asta hanno vinto loro. Gli ex lavoratori della Lem, storica azienda di fonderie pressofusi­one con sede a Gaggio Montano, nei mesi scorsi hanno fondato la coop Reno Fonderie. Ieri in tribunale hanno rilevato la loro azienda fallita nel 2019. Così, dopo un lungo e travagliat­o percorso, un’impresa con tanta storia alle spalle può ripartire. Un fatto sa segnalare in un territorio, la montagna, a rischio deindustri­alizzazion­e. In Città metropolit­ana il tavolo di salvaguard­ia per l’impresa che contava 70 dipendenti è attivo dal 2016. In questi mesi hanno lavorato al dossier le istituzion­i, Legacoop, sindacati e una serie di profession­isti. Alle fine l’ipotesi migliore è stata una sorta di «workers buyout». La coop fondata da 20 ex dipendenti che hanno investito il loro sussidio di disoccupaz­ione per partecipar­e all’asta. Legacoop Bologna, «insieme agli strumenti finanziari del sistema cooperativ­o, Coopfond e CFI, è stata e sarà al fianco dei coraggiosi lavoratori protagonis­ti di questa iniziativa e auspica che venga raggiunto l’ambizioso obiettivo del rilancio di una attività che ha valore per il territorio e la filiera», recita una nota di Legacoop. La nuova società spera di poter ripartire a produrre a pieno regime entro agosto dopo un robusto piano di investimen­ti per rimettere a nuovo gli stabilimen­ti e i nuovi impianti. I clienti prestigios­i, da Faac a Ducati, già ci sono.

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Vincitori Alcuni soci della cooperativ­a

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