Gli ex operai si aggiudicano la Lem all’asta
All’asta hanno vinto loro. Gli ex lavoratori della Lem, storica azienda di fonderie pressofusione con sede a Gaggio Montano, nei mesi scorsi hanno fondato la coop Reno Fonderie. Ieri in tribunale hanno rilevato la loro azienda fallita nel 2019. Così, dopo un lungo e travagliato percorso, un’impresa con tanta storia alle spalle può ripartire. Un fatto sa segnalare in un territorio, la montagna, a rischio deindustrializzazione. In Città metropolitana il tavolo di salvaguardia per l’impresa che contava 70 dipendenti è attivo dal 2016. In questi mesi hanno lavorato al dossier le istituzioni, Legacoop, sindacati e una serie di professionisti. Alle fine l’ipotesi migliore è stata una sorta di «workers buyout». La coop fondata da 20 ex dipendenti che hanno investito il loro sussidio di disoccupazione per partecipare all’asta. Legacoop Bologna, «insieme agli strumenti finanziari del sistema cooperativo, Coopfond e CFI, è stata e sarà al fianco dei coraggiosi lavoratori protagonisti di questa iniziativa e auspica che venga raggiunto l’ambizioso obiettivo del rilancio di una attività che ha valore per il territorio e la filiera», recita una nota di Legacoop. La nuova società spera di poter ripartire a produrre a pieno regime entro agosto dopo un robusto piano di investimenti per rimettere a nuovo gli stabilimenti e i nuovi impianti. I clienti prestigiosi, da Faac a Ducati, già ci sono.