Corriere di Bologna

Tessere e prezzi alti Se il tifo Fortitudo perde la pazienza

Social bollenti dopo il lancio della campagna

- di Enrico Schiavina

Prima in Italia a parlare di abbonament­i per la prossima stagione, la Fortitudo si è lanciata in un territorio inesplorat­o. Anticipand­o tutti, forse anche i tempi, con un certo coraggio, e ce ne vuole per progettare la ripartenza, nello sperabile post-pandemia, a settembre. Specie dopo l’esperienza dell’anno scorso, quando sempre a cavallo tra giugno e luglio, in uno slancio di ottimismo, venne lanciata una campagna per la stagione 20/21 che raccolse grande entusiasmo, poi freddato dagli eventi esterni. Il tema su piazza è sempre molto sentito.

Momento fondante della vita del club, se è vero che nessuno come la Fortitudo vive della fedeltà del suo pubblico, mai come quest’anno l’apertura della campagna abbonament­i ha scatenato dure reazioni: incertezza sul futuro, modalità complicate, prezzi alti, il magma dei social ribolle da martedì, giorno dell’annuncio. In realtà il botteghino di via Giacosa apre domani, e per ora raccoglie solo i rinnovi di uno dei tre tronconi in cui sono stati suddivisi i sottoscrit­tori dell’anno scorso: quelli che a marzo, a precisa domanda, hanno risposto scegliendo l’ormai famosa «Opzione 1», cioè rinunciare di nuovo a ogni rimborso (ma veniva data in omaggio la prossima maglia da gioco). Stimati in alcune centinaia - ma dal club non sono mai uscite cifre ufficiali - questi tifosi hanno tempo fino al 16 luglio per esercitare la prelazione sui posti di due anni fa al PalaDozza.

Per gli altri, quelli dell’«Opzione 2», che invece hanno lasciato i soldi già versati nelle casse del club ma come acconto per la tessera della stagione successiva (mentre l’«Opzione 3» prevedeva il rimborso), che sono il grosso, è tutto rimandato a fine agosto-primi di settembre. «Dipenderà dalle disposizio­ni sanitarie governativ­e» scrive il club. Perché è questa la grande incognita: quanti spettatori saranno ammessi, sui 5500 posti del PalaDozza? Per meglio orientarsi può forse essere utile un ripasso degli eventi degli ultimi due anni, a partire dalla campagna abbonament­i della promozione in A, estate 2019, con 4.785 tessere vendute, quarto anno consecutiv­o di sold-out (ma con prezzi un po’ ritoccati rispetto all’A2) per circa 1,8 milioni di incasso. Solo che il Covid ha fatto finire la stagione a febbraio, con 9 partite in casa giocate su 15: come un sol uomo, quasi tutti gli abbonati scelsero di non chiedere rimborsi, lasciando alla società circa un terzo del gruzzolo. Nell’estate 2020 si provò a ripartire chiedendo di versare il 50% del costo della tessera: squadra ambiziosa, ritorno in Europa, trasferime­nto all’Unipol Arena per metter dentro più gente, risposero in 4.323, ennesimo atto d’amore incondizio­nato. Ma a settembre subito forti restrizion­i, poi nuovo lockdown, stagione quasi interament­e buttata, a marzo le mail in cui si chiedeva di scegliere tra le tre opzioni.

Ora un nuovo tentativo per il 21/22, lo slogan è «Ritorno... al Futuro», naturalmen­te scritto con la F maiuscola, perché di certo non c’è tifoso biancoblù che non desideri rientrare al PalaDozza. Che al tempo stesso è un limite: impossibil­e dire oggi in quanti ci potranno entrare, non è detto che gli «Opzione 2» ci staranno tutti. Mentre la tabella prezzi presenta aumenti sensibili un po’ in tutti i settori: rispetto a due anni fa (in entrambi i casi, 15 gare al PalaDozza) un rinnovo in curva Schull passa da 290 a 340 euro, in Calori da 390 a 430, la tribuna da 600 a 700, la poltroniss­ima da 700 a 800.

Il tutto dopo una stagione di atroci sofferenze sul campo, senza più una coppa europea, con la squadra ancora in buona parte da fare (in arrivo il triennale a Gabriele Procida e l’estensione di Matteo Fantinelli, di ieri la rescissone con Wesley Saunders). In tanti brontolano: caroprezzi, pandemia, incertezze, scudetti altrui in città, l’incrollabi­le fede viene messa a durissima prova. Ma la voglia di tornare al basket è tale che probabilme­nte passerà anche questa.

Rinnovi Da domani scatta la prelazione per chi aveva deciso di non chiedere rimborso sulla quota 2020-21

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