«Il mio concerto zero, esperimento mai fatto Invito Simona Vinci»
Cristina Donà è da qualche giorno a Sant’Agata Bolognese, dove sta preparando in quel gioiello di teatro che è il Bibiena il concerto della ripresa. Quello della data zero di un tour che anticipa il suo album in uscita in autunno, «deSidera». Lei e Saverio Lanza. Voce, chitarre, arrangiamenti minimali ed echi di «elettronica preistorica». Appuntamento all’Arena del Centro sportivo (ingresso via 21 Aprile, ore 21, www.teatrobibiena.it). «Un esperimento mai fatto», anticipa. E spunta un omaggio alla scrittrice Simona Vinci.
Donà, perché parla di un esperimento mai fatto?
«Perché questo album, costruito con un crowdfunding, presenta brani ascoltati da pochissime persone. Ho fatto tante prove per la scaletta. Sa come quando imposti il navigatore e decidi cambiare strada? Quello ti dice vai là e tu vai da un’altra parte. Ma vorrei partire dal dire che sono brani scritti non durante la pandemia, a parte uno».
Cosa dobbiamo aspettarci da un album che arriva a sette anni di distanza dal suo ultimo, «Così vicini»?
«Con Saverio Lanza abbiamo scritto cose elaborate, cullate. Abbiamo lasciato che i brani si sviluppassero da soli. Senza paletti. Inserendo anche delle stranezze, almeno per quanto riguarda la musica pop. Ci siamo preoccupati poco di fare un disco canonico».
I temi fanno intuire ampi spazi alla riflessione.
«Mi sento a un bivio come essere umano. Anche se sentiamo l’ingerenza di chi tira le fila della nostra società, è arrivato il momento di prenderci le nostre responsabilità individuali. Con amore, aggiungo io: infierire su noi stessi è deleterio come dare la colpa agli altri. Una canzone come “Desiderio” rientra molto in questo discorso. Vivo in Val Seriana, nel Bergamasco, quello che è successo l’ho visto. Una catastrofe. Un’apocalisse. “Desiderio” è una testimonianza necessaria. Ma al di là di questo, desiderare è un percorso personale quotidiano».
In che senso? «Quotidianamente ci chiediamo cosa vogliamo. Dalle piccole cose un po’ becere ai momenti, diciamo così, spirituali. La domanda è anche: cosa posso fare per cambiare una strada che, diciamocelo, non ha bellissimi orizzonti?»
Il discorso va molto in là al mero desiderio…
«In “deSidera” ci sono storie di persone perse dentro i centri commerciali in preda a impulsi costanti di comprare, a quelle in cui si parla di sensi di colpa e il bisogno di trovare capri espiatori, fino ai momenti tragici di vita vissuta. Ma non c’è crudeltà. E devo ringraziare Simona Vinci». Per quale motivo?
«È una scrittrice che amo molto. In un brano mi sono lasciata ispirare da una frase di un suo libro, “In tutti i sensi come l’amore”. È un brano strano che non si capisce bene come va a finire. Di solito non invito mai nessuno ai miei concerti, ma Simona vive a Budrio, potrei chiamarla...».