«Via Elio Bernardi, 6» Ritratti al fiammifero La mostra di Migliori
Nino che rincorre la luce, Nino che interpreta la realtà, Nino e i 600 ritratti dei suoi amici. Le avventure fotografiche di Nino Migliori, iniziate nell’immediato dopoguerra, proseguono senza sosta e approdano oggi nell’immenso corridoio del Museo Civico con la mostra «Via Elio Bernardi, 6». Un progetto avviato cinque anni fa quando cominciò a ritrarre amici e conoscenti in visita nel suo studio, che è facile intuire dove si trovi: tutti in bianco e nero, 18 x 24, nella stessa posizione, catturati alla luce di un fiammifero. Fotografo e artista bolognese senza tempo, a settembre saranno 95 le candeline, le cui opere sono alimentate da una perpetua curiosità e voglia di ricerca.
Lo studio della luce al centro delle sue visioni e ora punto di contatto delle sue relazioni umane, condivise nel suo studio di Borgo Panigale Tantissimi bolognesi, alcuni molto famosi, altri noti e altri affatto, ma tutti in qualche modo a lui vicini o cari. Ai visitatori ‘il gioco’ di riconoscere i volti e di comprendere l’azione (su quei profili) di Migliori.Se la fotografia è scrittura della luce quello di Nino è un racconto intimo, sincero e universale. «Rispetto a una foto con la luce normale, quella con il fiammifero è un fatto di interpretazione successiva, molto più forte e incisiva. Modificando l’illuminazione in brevi tratti vicini posso far vedere quello che voglio, accentuo o attenuo quello che pare a me: non è la realtà, è un’interpretazione successiva alla realtà».
Un esercizio felicemente impegnativo eppure spontaneo sui volti che sono «monumenti irripetibili che contengono storie, esperienze, emozioni, paure, amori, dolori e gioie«.
Un ulteriore evoluzione del linguaggio di Migliori, che prima del fiammifero aveva agito anche a lume di candela (fotografando opere d’arte e monumenti con la percezione dell’uomo del passato), «l’unica differenza sta nel tempo: con la candela il lavoro è continuativo, con il fiammifero finisce in pochi secondi». Al centro della sala una teca dove sono contenuti i 596 fiammiferi utilizzati e un video di 5’ dove l’autore dialoga con il critico Massimo Minini. Fondamentale il lavoro di coordinamento di DOUTDO e della sua presidente Alessandra D’Innocenzo per l’allestimento. Poi il catalogo con tutte le foto disposte in ordine alfabetico, alcuni testi fra cui quello di Elisabetta Sgarbi ed Eugenio Lio e di Ascanio Kurkumelis che segue da sempre il lavoro di Migliori. Il ricavato della vendita dei volumi, così come delle singole foto, andrà tutto in beneficenza alla Fondazione Hospice Chiantore Seràgnoli, con cui Migliori collabora da sempre. Sarà poi realizzato un libro d’artista in copia unica, «Museum», contenitore della mostra suddiviso in 12 volumi rilegati a mano e le foto disposte su dei leporelli, firmato dall’artista. . Ci sarà un upgrade del progetto? «Ma no, farò altre cose, cambio sempre», chiosa Nino.