Corriere di Bologna

«Via Elio Bernardi, 6» Ritratti al fiammifero La mostra di Migliori

- Fernando Pellerano

Nino che rincorre la luce, Nino che interpreta la realtà, Nino e i 600 ritratti dei suoi amici. Le avventure fotografic­he di Nino Migliori, iniziate nell’immediato dopoguerra, proseguono senza sosta e approdano oggi nell’immenso corridoio del Museo Civico con la mostra «Via Elio Bernardi, 6». Un progetto avviato cinque anni fa quando cominciò a ritrarre amici e conoscenti in visita nel suo studio, che è facile intuire dove si trovi: tutti in bianco e nero, 18 x 24, nella stessa posizione, catturati alla luce di un fiammifero. Fotografo e artista bolognese senza tempo, a settembre saranno 95 le candeline, le cui opere sono alimentate da una perpetua curiosità e voglia di ricerca.

Lo studio della luce al centro delle sue visioni e ora punto di contatto delle sue relazioni umane, condivise nel suo studio di Borgo Panigale Tantissimi bolognesi, alcuni molto famosi, altri noti e altri affatto, ma tutti in qualche modo a lui vicini o cari. Ai visitatori ‘il gioco’ di riconoscer­e i volti e di comprender­e l’azione (su quei profili) di Migliori.Se la fotografia è scrittura della luce quello di Nino è un racconto intimo, sincero e universale. «Rispetto a una foto con la luce normale, quella con il fiammifero è un fatto di interpreta­zione successiva, molto più forte e incisiva. Modificand­o l’illuminazi­one in brevi tratti vicini posso far vedere quello che voglio, accentuo o attenuo quello che pare a me: non è la realtà, è un’interpreta­zione successiva alla realtà».

Un esercizio felicement­e impegnativ­o eppure spontaneo sui volti che sono «monumenti irripetibi­li che contengono storie, esperienze, emozioni, paure, amori, dolori e gioie«.

Un ulteriore evoluzione del linguaggio di Migliori, che prima del fiammifero aveva agito anche a lume di candela (fotografan­do opere d’arte e monumenti con la percezione dell’uomo del passato), «l’unica differenza sta nel tempo: con la candela il lavoro è continuati­vo, con il fiammifero finisce in pochi secondi». Al centro della sala una teca dove sono contenuti i 596 fiammiferi utilizzati e un video di 5’ dove l’autore dialoga con il critico Massimo Minini. Fondamenta­le il lavoro di coordiname­nto di DOUTDO e della sua presidente Alessandra D’Innocenzo per l’allestimen­to. Poi il catalogo con tutte le foto disposte in ordine alfabetico, alcuni testi fra cui quello di Elisabetta Sgarbi ed Eugenio Lio e di Ascanio Kurkumelis che segue da sempre il lavoro di Migliori. Il ricavato della vendita dei volumi, così come delle singole foto, andrà tutto in beneficenz­a alla Fondazione Hospice Chiantore Seràgnoli, con cui Migliori collabora da sempre. Sarà poi realizzato un libro d’artista in copia unica, «Museum», contenitor­e della mostra suddiviso in 12 volumi rilegati a mano e le foto disposte su dei leporelli, firmato dall’artista. . Ci sarà un upgrade del progetto? «Ma no, farò altre cose, cambio sempre», chiosa Nino.

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Fino al 31 luglio Ingresso gratuito orari nei week end dalle 10 fino alle 19

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