Il commercio punta sui saldi Festa degli sconti e aperture serali
Per l’acquisto a prezzi ribassati si stima una spesa di 230 milioni
Domani iniziano ufficialmente i saldi estivi in EmiliaRomagna.
Un evento che quest’anno prende posto a pieno titolo tra i simboli della ripartenza post Covid e tra i segnali di un progressivo ritorno alla normalità. Per questo Federmoda e Confcommercio hanno deciso di inaugurare il periodo dedicando la giornata di sabato alla «Festa dei saldi», con aperture serali dei negozi da Piacenza a Rimini. In tutta la regione si stima una spesa di capi scontati per 230 milioni.
Buone notizie per gli appassionati di shopping e anche per coloro che hanno soltanto bisogno di dare una rinfrescata al guardaroba: domani iniziano ufficialmente i saldi estivi in Emilia-Romagna.
Un evento che quest’anno prende posto a pieno titolo tra i simboli della ripartenza post Covid e tra i segnali di un progressivo ritorno alla normalità. Per questo Federmoda e Confcommercio hanno deciso di inaugurare il periodo dedicando la giornata di sabato 3 luglio alla «Festa dei saldi», con aperture serali dei negozi da Piacenza a Rimini. Secondo le stime di Confcommercio, quest’anno per l’acquisto di capi scontati ogni famiglia spenderà in media 171 euro, pari a 74 euro pro capite, per un valore complessivo di 2,6 miliardi di euro; in regione si stima una spesa di 230 milioni.
«Abbiamo passato come settore dei mesi difficilissimi — ricorda Marco Cremonini, presidente di Federmoda Emilia-Romagna — sostanzialmente dimenticati dai vari ristori e sostegni, per cui l’andamento della stagione dei saldi estivi sarà determinante per il futuro di tante imprese». L’urgenza della ripresa viene sottolineata anche dal presidente nazionale Renato Borghi: «Rimane indispensabile un intervento governativo capace di sostenere la filiera della moda, dalla produzione alla distribuzione, sul tema delle eccedenze di magazzino. È quanto mai urgente il contributo sotto forma di credito d’imposta del 30% delle rimanenze. Solo così potremo affrontare il presente con la giusta predisposizione e propensione agli acquisti della prossima collezione. Senza correttivi, l’intera filiera è a rischio». Anche perché il comparto, a causa delle chiusure imposte dalla zona rossa in primavera, oggi deve fare i conti con ordini effettuati dieci mesi prima e prodotti che, se non venduti entro la stagione, sono suscettibili di un significativo deprezzamento. Ma adesso, riprende Cremonini, «ci piace pensare che il peggio sia alle spalle e, mantenendo alta l’attenzione verso ogni precauzione sanitaria, siamo pronti a ripartire offrendo i consueti standard di qualità, servizio e convenienza».
A proposito di precauzioni sanitarie, le due associazioni ricordano le regole fondamentali: distanza di un metro tra le persone in fila fuori e all’interno del negozio, obbligo di igienizzare le mani prima di toccare i prodotti e obbligo di indossare la mascherina nel negozio, anche in camerino durante la prova dei capi. Gli esercenti dovranno poi esporre in vetrina un cartello che riporti il numero massimo di clienti ammessi nel negozio contemporaneamente. Infine, le carte di credito devono essere accettate da parte dei negozianti e, anche se il cashback è stato sospeso dal governo Draghi, vanno favoriti i pagamenti elettronici. Armati di pazienza per continuare a rispettare queste regole, non resta che darsi agli acquisti alla ricerca delle migliori «bazze».