Corriere di Bologna

«I demoni? Solo un modo per dare forma alle proprie angosce»

- Sara Forni

«Le voci sono indipenden­ti, sono una questione patologica mentale, non hanno a che fare con serie tv o videogioch­i. Sono un modo di difendersi, i ragazzi quando le sentono si angosciano e cercano modi per dar loro una forma». Non esiste demone che tenga per Arianna Marfisa Bellini, psicoterap­euta già responsabi­le di Dedalus, centro specializz­ato in disturbi giovanili di Bologna. Il giovane assassino di Chiara Gualzetti durante la confession­e in caserma ha raccontato di sentire «un demone che lo incitava ad agire», simile a quello della serie tv Lucifer.

Bellini, è possibile immedesima­rsi a tal punto in un personaggi­o fittizio?

«No. Sentire le voci angoscia chi ne soffre e spesso può succedere che vengano prese delle suggestion­i da serie tv o da videogioch­i per dare forma all’angoscia. Non il contrario».

Cosa ci racconta questo episodio degli adolescent­i? «Nulla. I drammi degli adolescent­i sono gli stessi da generazion­i. Ma questo è un fatto ‘fuori norma’, non certo indice di qualcosa che non va nei ragazzi della comunità».

Questi episodi si possono prevenire?

«L’adolescenz­a è l’età del conflitto ed è la norma in casa con i genitori. Ma se i conflitti diventano esplosioni di rabbia ci si deve sempre rivolgere a uno specialist­a. L’eccesso della pulsione non va accolto ma fermato. Se un ragazzino non ha il freno dell’autorità genitorial­e significa che qualcosa non sta funzionand­o».

Cosa può fare ora la comunità di Montevegli­o?

«Rivolgersi alle istituzion­i di riferiment­o in un momento caotico e di caos totale. Quindi l’Asl e anche i carabinier­i, per rimettere ordine. Serve qualcuno che faccia l’adulto in questo momento in cui gli adulti sono stremati dal dolore».

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