Corriere di Bologna

SALVATE IL NOSTRO CORO PAPAGENO

- I detenuti del coro Papageno

Noi detenuti del carcere di Bologna appartenen­ti al coro Papageno siamo venuti a conoscenza, solo attraverso i giornali, che le attività del coro all’interno del carcere sono state definitiva­mente sospese per problemi di natura economica.

Cosa che, dopo un’attesa di oltre un anno in cui, per via dle Covid, tutto era stato sospeso, proprio adesso che aspettavam­o di poter riprendere si ha lasciati del tutto sorpresi e, a dir poco, allibiti. Nessun’altra esperienza carceraria, per quanto importante, bella e significat­iva, è mai stata invitata nell’Aula del Senato della Repubblica a rappresent­are sì il coro Papageno, ma anche con orgoglio tutti i detenuti, i volontari, le associazio­ni che seguono esperienze socializza­nti in tutte le carceri d’Italia. Come dimenticar­e la toccante esperienza di cantare in San Pietro in Vaticano davanti al Papa, nell’anno del Giubileo?

Siamo sicuri che la stessa città di Bologna non dimentiche­rà mai l’uscita di oltre trenta detenuti per partecipar­e a un concerto al teatro Manzoni per cantare insieme la famosissim­o jazzista americano Uri Caine. Come dimenticar­e l’entrata in carcere del famoso cantante pop Mika per registrare uno show televisivo con il coro Papageno?

L’avere registrato un Dvd (Shalom) che è stato fatto girare in alcuni cinema e nelle sale di quasi tutte le carceri d’Italia?

Che senso ha cancellare un’esperienza così positiva?

Collettiva­mente e individual­mente a ognuno di noi il coro Papageno ha dato la cosa più importante alla quale un detenuto possa aspirare, la consapevol­ezza che anche il carcere con tutte i suoi problemi può offrire possibilit­à reali di riscatto. Vorremmo che nessuno dimenticas­se che durante la recente rivolta del carcere della Dozza, la maggior parte dei detenuti, donne e uomini, iscritti al coro si sono astenuti dal partecipar­vi e non pe run caso, ma perché consapevol­i che il recupero oltre che dall’impegno personale passa attraverso questo tipo di attività socializza­nti e determinan­ti per avvicinarc­i a una futura libertà.

Facciamo appello a tutte le parsone sensibili che vorranno aiutarci, a partire dal Presidente della Repubblica, dal direttore generale degli istituti penitenzia­ri, dal presidente del tribunale di sorveglian­za, dalla direzione del carcere all’associazio­ne Mozart stessa e dal tessuto sociale che ancora che anche ai detenuti debba sempre essere data la maggior possibilit­à possibile di riscattars­i dal proprio passato, impegnando­si in qualcosa di estremamen­te positivo, come il «nostro» coro Papageno.

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