Ruzzier, quel 10 per Myers e ora la Virtus a sorpresa
Preceduto da almeno una quarantina di nomi, alcuni pesantissimi, nella lunga lista di quelli che sono stati prima su una sponda e poi sull’altra, non sarà certo il passaggio di Michele Ruzzier alla Virtus a far fibrillare Basket City. La storia però è curiosa, e l’approdo in bianconero sorprendente, per uno che alla Fortitudo ci ha non solo giocato, quattro anni fa in A2, ma se ne era anche dichiarato tifoso già da prima. «Da piccolo la seguivo in tv, poi mi portarono a vedere qualche partita al PalaDozza quando la allenava mio zio, e mi sono appassionato ancor di più. Giocatore preferito, senza dubbio, Carlton Myers» raccontò lui stesso al suo primo sbarco a Bologna. Lo zio naturalmente era Matteo Boniciolli, quello che l’ha voluto alla Effe nel 2016/17, anno di battaglie campali nei derby e con Trieste. Lui non fece una grande stagione, pagando i molti infortuni mentre nel ruolo esplodeva Leo Candi. Da ricordare, nel derby d’andata perso di 1, il lancio della mascherina (quella rigida, si era rotto il setto nasale) su consiglio dello stesso Boniciolli: da lì 19 punti e 4 assist. Ma giocò bene (12+6) anche il derby di ritorno, quello vinto. Lo zio-coach (appena firmato rinnovo a Udine) ci aveva comunque visto giusto: in A ed a buon livello i quattro anni successivi, prima cambio di qualità per Travis Diener a Cremona, poi titolare a Varese. Dove ha pagato per liberarsi e venire alla Virtus, a giocare poco, dietro a Teodosic, Pajola e all’americano che verrà per Markovic: doveva essere davvero determinato. Pur sempre un nazionale, lunedì è stato ultimo taglio di Sacchetti, che a Belgrado di playmaker ha portato Pajola, Spissu e Mannion, ma lui era quarto in lista. Per quasi tutta la carriera Ruzzier ha avuto il numero 10, scelto già nelle giovanili sull’onda dell’entusiasmo per le gesta di Myers. L’ha indossato nella sua Trieste e poi a Venezia, alla Fortitudo, a Cremona, a Varese, unica eccezione uno dei due anni alla Reyer, lo volle Mike Green e lui prese l’11. Alla Virtus il 10 è ritirato (Villalta) mentre l’11 si è appena liberato (Ricci), da escludere che il buon Ruz possa presentarsi chiedendo il numero che fu di uno dei più grandi della storia della V nera. Per il resto, perdonargli le passioni giovanili per il biancoblù sarà un attimo. Tornare al PalaDozza da ex, con Belinelli e Scariolo, solo un filo più complicato.