Corriere di Bologna

Il gran colpo di fulmine tra Merlot e Sangiovese Ecco «Solo»

- H. F.

Èstato forse un colpo di fulmine tardivo quello tra il Sangiovese e il Merlot che lo ha impollinat­o, e che ha dato vita, dopo tanti anni di sperimenta­zioni condotte dall’Università di Bologna, a partire dai primi Ottanta, al Merlese, un vitigno che racchiude in sé le caratteris­tiche più tipiche delle due uve in questione. Ma colpo di fulmine, dopo gli aggiustame­nti, comunque è stato, perché il Merlese nel 2007 viene riconosciu­to dal Ministero e inserito tra le varietà di vite idonee alla coltivazio­ne in Emilia-Romagna nel 2013. L’azienda Umberto Cesari di Castel San Pietro Terme di Gianmaria Cesari ne ha estratto un vino in purezza. Anzi il primo Merlese in assoluto, annata 2018. Un vino speciale, bisogna dire. Si chiama «Solo» e se si apre la bottiglia la si finisce pure. Questo è l’unico segnale — a nostro modesto avviso — della bontà e della qualità di un vino.

Si possono spendere migliaia di parole su un vino, elogiarne la longevità, la struttura, i sentori, la complessit­à, i retrogusti, ma se alla fine il prezioso liquido rimane nel bicchiere, non ci interessa. E questo Merlese si è dato completame­nte al nostro palato. Ci si prende subito confidenza.

Quello che ci ha colpito di questo prodotto è la sua straordina­ria freschezza/acidità, che sospinge un frutto intenso, scuro, come il colore del vino che nel bicchiere assomiglia non poco a un Saumur Champigny della Loira e che in bocca fa salivare e invita ad un altro sorso ancora. Anche abbassando leggerment­e la temperatur­a di servizio (e lo abbiamo fatto), il «Solo» non perde nemmeno un millimetro della sua integrità.

Il Merlese, fanno sapere dall’azienda, «matura prima del Sangiovese, ma dopo il Merlot. Ha una spiccata capacità di resistenza, superiore al Sangiovese; le sue foglie sono bollose e tomentose, simili al Merlot; il grappolo è più piccolo del Sangiovese, ma più grosso del Merlot. Inoltre la buccia dell’acino del Merlese è più ricca di polifenoli». Si può aggiungere che in linea di massima il Sangiovese, è risaputo, resiste meglio alla siccità e il Merlot alle piogge tardive. Insieme danno vita a un’uva forte dunque. Adatta ai nostri climi. Il «Solo» viene vinificato senza legno in serbatoi a temperatur­a controllat­a, l’affinament­o è realizzato in acciaio prima e poi (per sei mesi) in bottiglia. Ha una gradazione importante (14%), ma viene coperta, se non cancellata, dalla potenza del frutto.

Gianmaria Cesari spiega così il nome del vino: «La radice etimologic­a di “Solo” indica totalità, integrità, completezz­a».

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Il Merlese È il vitigno che racchiude le qualità di Merlot e Sangiovese: è stato riconosciu­to dal ministero
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