Si Fest al «Futura» Il festival di fotografia e dell’arte di domani
«È il lavoro che sognavo e che mi piace fare, ma certo anche io ora sto cercando di ricostruire una mia solidità, su quello che sono e su quello che faccio. Questo anno in cui raccolgo i frutti di un duro lavoro, mi ha messo di fronte a un cambiamento forte, nel tentativo che facciamo sempre di diventare la versione migliore di noi stessi».
Questo è anche un film sulle paure che ci portiamo dentro: la paura dell’altro, la paura degli attentati.
«“Atlas” porta certamente a una riflessione sul modo di percepire l’altro,che in questi anni è diventato un possibile nemico per la nostra incolumità. Dal Bataclan a Bruxelles ci siamo resi conto che il pericolo arriva vicinissimo a noi e penso che questo film possa portare una riflessione su di noi, se siamo veramente liberi da schemi e come possiamo raggiungere la libertà che ci siamo prefissi».
È un anno magico per lei. È libera di scegliere i ruoli che vuole?
«Tutti i personaggi che scelgono devono parlarmi. Per quanto possibile cerco di scegliere personaggi femminili che siano protagonisti, indipendenti, ruoli attorno ai quali ruoti davvero la storia e che non debbano sempre essere personaggi a servizio di un altro personaggio. Ho iniziato con un personaggio femminile forte e cerco di onorarlo.
Savignano sul Rubicone , festeggia i primi 30 anni del suo prestigioso SI FEST. Quella di settembre sarà un’edizione particolare: celebrativa e al tempo stesso con lo sguardo proteso in avanti. Il titolo «FUTURA. I domani della fotografia» spiega tutto: FUTURA al femminile dunque, come tanta fotografia di oggi e di domani, ma anche FUTURA senza distinzione di genere, alla latina, come il plurale delle cose destinate a esistere, come ha ricordato il direttore Denis Curti.
Se nel 1992 , il Festival presentò una sola mostra – che verrà riproposta quest’anno – nel suo trentennale le esposizioni diffuse in paese sono ben 19. Il 10 settembre l’inaugurazione ricca di eventi collaterali e poi nei due successivi weekend il prosieguo, ma già adesso è in scena una sorta di anteprima estiva, aperta fino all’8 agosto, «UNDERGROUND (REVISITED) – Marco Pesaresi», la mostra a cura di Denis Curti e Mario Beltrambini sul reportage del fotografo riminese di Contrasto dedicato alle metropolitane del mondo e visitabile nei weekend presso l’ex Consorzio di Bonifica.
Vola giustamente alto l’assessore alla cultura della Regione Mauro Felicori, «come sapete non accetto il primato culturale di Milano e Roma e sono pronto a sfidarle, per questo occorre costruire un sistema regionale lavorando insieme senza perdere identità, dialettica e inevitabili frizioni: le realtà importanti esistono già». Poi una seconda sfida,«la digitalizzazione di tutto il patrimonio che abbiamo ereditato: un grande regalo dell’Italia al mondo».Savignano capofila con la sua esperienza e l’importante prema senza nel riminese della comunità universitaria di Unibo «che s’insediò proprio 30 anni fa e che ora ha un nuovo rettore dalle origini romagnole, Giovanni Molari», ha ricordato il sindaco Filippo Giovannini.
Tanti gli autori, tanti i progetti quasi più da leggere da guardare, con al centro il paesaggio, l’ambiente e quindi le persone. La riflessione sulla Natura e sull’impatto dell’uomo del finlandese di Arno Rafael Minkkinen con «Uguale diverso. Same But Different«, Il medesimo ecosistema ripreso dalle immagini di Esther Horvath in POLARNIGHT, il fotoreportage sulle aree abitate dalla disperazione di Elena GIvone in «DREAMS», la poesia dell’acqua di Mario Vidor nel suo «Riflessi» i «percorsi al femminile» di cinque fotografe provenienti
” Svolte Anche io ho dovuto affrontare un cambio radicale Ora cerco di scegliere personaggi femminili indipenden -ti, attorno a cui ruoti la storia
dalla biennale rosa di Mantova e curate da Alessia Locatelli, e ancora Valentina Cenni che presenta la videoinstallazione «Sarà perché ti amo», e poi i tre vincitori dei premi del 2020 nonché una carrellata delle principali prime pagine di Repubblica degli ultimi 30 anni e foto dell’agenzia Reuter. Spazio anche a SI Fest Kids coi suoi laboratori e a Casa Unibo coi progetti degli studenti e a SI Fest Off.