Tartufo sottosopra
A Savigno (fino al 21 novembre) torna Tartófla Menu speciali, mercatini, incontri e degustazioni
o scorso anno saltò tutto alla vigilia dell’evento. La pandemia mandò piedi all’aria organizzazione e conti del festival. Ora l’appuntamento più atteso dell’Appennino nostrano con il tartufo bianco torna ad animare le vie di Savigno e si allunga su 9 giornate, dalle 9 alle 18 dal 30 ottobre fino al 21 novembre. La 38esima edizione di Tartófla sarà una versione sottosopra. «Sottosopra perché il tartufo è la storia di una simbiosi tra ciò che sta sotto (terra) e ciò che sta sopra — spiega Federica Govoni, assessore alla valorizzazione del territorio del Comune di Valsamoggia —. Sottosopra perché questo tempo presente ha imposto un cambio di prospettiva per affrontare le sfide di oggi e quelle di domani e questo cambio di prospettiva Tartófla cercherà di indagarlo e approfondirlo anche all’interno del palinsesto. Sottosopra perché il Festival sarà un po’ diverso dal solito, per adattarsi ai nuovi bisogni e alle normative in continuo divenire».
Non mancheranno però i pilastri della manifestazione. Lungo le vie del centro si ritroverà la tradizionale mostra mercato del tartufo, lo street food, ci si potrà sedere ai tavoli degli stand gastronomici della Pro Loco e «delle nonne», oltre ovviamente a quelli di ristoranti e agriturismi che presenteranno percorsi di degustazione ad hoc. Si potrà far spesa tra i banchi delle botteghe storiche e dei produttori agricoli. Sono stati organizzati anche quest’anno convegni e passeggiate alla scoperta e alla ricerca del prezioso fungo ipogeo. Tra gli appuntamenti in programma si segnala per originalità quello del 7 novembre dedicato a scoprire se il proprio cane ha il «TFactor», questione di fiuto.
Unica nota stonata sono i prezzi del tartufo: altissimi, raddoppiati rispetto all’ultima edizione del 2019, «ma si spera che con novembre si registri un fisiologico calo», ragionava ieri Roberto Fattore di Appennino Food. Se due anni fa un chilo di tartufo bianco di questi tempi si pagava da 1.500 a 4.000 euro a seconda delle pezzature, oggi i prezzi vanno da 3.000 a 7.000. Nel caso, a novembre si potrà scendere di 500 o anche 1.000 euro al chilo, «ma non di più», spiegava Fattore. L’impennata dei prezzi è do
vuta alla siccità e alle alte temperature che hanno caratterizzato gli ultimi mesi bloccando di fatto la crescita del prezioso tubero. Rinunciarvi sarebbe però un peccato, vista la posta il palio e il mancato appuntamento della passata stagione. Il festival, poi, non vede l’ora di riabbracciare il suo pubblico di appassionati.
L’edizione 2021 di Tartófla si svolgerà nelle giornate del 30 e 31 ottobre e in quelle dell’1, 6, 7, 13, 14, 20 e 21 novembre. Il programma prevede il ristorante Tartófla 2021 (Pro Loco) in piazzale Bonifica aperto tutti i giorni del festival solo a pranzo, con 3 turni: 11.30, 13.00 e 14.30 (prenotazioni a questo link: https:// prenota.collinebolognaemodena.it/territori/savigno) e il ristorante Tradizionale con il menu cucinato dalle «nonne» e aperto solo la domenica dalle 12 alle 15 presso piazzetta Marconi. In chiave street food, ma con possibilità di sedersi a consumare in spazi dedicati al ristoro, durante tutti i giorni del festival, dalle 9 alle 19 verranno serviti fritti, crescentine, borlenghi, polente. Domenica 21 alle 15 è in programma una degustazione, «La Forma è Sostanza», di Parmigiano Reggiano abbinato ai vini dei Colli bolognesi. E poi ci saranno le trattorie e le botteghe, già protagoniste per tutto l’arco dell’anno, nel loro massimo splendore ad ospitare piatti e percorsi a base di tartufo nel proprio menu. Anche l’arte farà capolino con l’esposizione collettiva dei ragazzi delle scuole medie a cura del duo Antonello Ghezzi protagonisti inoltre di una performance il 6 novembre.
Francesca Blesio