Sblocco sfratti, Acer: 400 a rischio Ma i conti sono ok
Con lo sblocco degli sfratti, «ballano 420 nuclei» nelle case popolari, con 250 pratiche già tornate in fase esecutiva. A segnalare il dato è il presidente di Acer, Alessandro Alberani, nella conferenza stampa di fine anno. I 420 casi corrispondono ad una morosità complessiva di circa sei milioni di euro ma questi numeri denotano «un trend di crescita», avverte l’azienda, spiegando che la priorità nelle esecuzioni viene data alle occupazioni senza titolo, alle decadenze per il superamento delle soglie di reddito, agli assegnatari che creano gravi problemi disciplinari e in generale a tutte le situazioni in cui l’alloggio sia stato abbandonato. Le restanti 170 pratiche riguardano casi in cui sono state accettate le rateizzazioni proposte, con un «ampio ricorso al fondo per la morosità incolpevole» la disponibilità di Acer a prolungare il termine per pagare il debito al 30 giugno 2022. «Dobbiamo affrontare il tema sfratti con equilibrio e con un mix di rigore e solidarietà». Almeno il bilancio Acer si chiude con il segno più. «Il risanamento dell’azienda — ha dichiarato Alberani — è stato completato», in un quadriennio apertosi con una perdita 2016 di 888.466 euro. In attesa di capire se i vertici verranno confermati dopo lo spoil system del sindaco Matteo Lepore, l’attuale presidente non si è tirato indietro nel restare alla guida: «Né passi avanti né indietro, ma disponibilità a svolgere tale ruolo, nella piena libertà di chi dovrà decidere».Se, a proposito dei conti, si può parlare di obiettivo raggiunto con un utile 2020 di 99.986 euro e un preventivo di esercizio 2022 di 56.732, è grazie a una «razionalizzazione dei costi, a una maggior produttività e a una diminuzione del numero dei dirigenti»,