Alle 20 al Lumière con il regista Di Costanzo «Ariaferma», l’assurdità del carcere con Servillo e Orlando
Un vecchio carcere ottocentesco, situato in una zona imprecisata, è in dismissione. Per problemi burocratici i trasferimenti si bloccano e una dozzina di detenuti rimane, con pochi agenti, in attesa di nuove destinazioni. In un’atmosfera sospesa, le regole di separazione si allentano e tra gli uomini rimasti si intravedono nuove forme di relazioni. Il film «Ariaferma» con Toni Servillo e
Silvio Orlando «non racconta le condizioni delle carceri italiane. E’ forse un film sull’assurdità del carcere». Parola del regista Leonardo Di Costanzo, che oggi accompagnerà la visione delle 20 al Cinema Lumière di Piazzetta Pasolini. Nel pomeriggio, invece, il film prodotto da Tempesta Film e Rai Cinema verrà proposto alle 15 alle scuole. Con incontro al termine con lo stesso regista e Paola Ziccone, direttrice Area tecnica Centro di giustizia minorile di Emilia-Romagna e Marche. Per raccontare la vicenda è stato utilizzato il cupo carcere di Sassari, che nel film rappresenta il fittizio carcere di Mortana. A dare luce, ancora una volta, ai cupi ambienti scelti dal regista è Luca Bigazzi mentre alcuni stimoli sono arrivati anche dagli avvenimenti accaduti durante la pandemia nel carcere di S. Maria Capua Vetere. Il 63enne regista campano, autore de «L’intervallo» e «L’intrusa» vive tra Napoli e Parigi.