Fumo e paura al Righi, liceo evacuato
Tra le 8 e le 9 il sistema antincendio si è attivato per errore. Studenti rispediti a casa
Un po’ di spavento e una mattinata di studi andata «in fumo». È il resoconto della giornata di ieri al Liceo Righi, dove fra le 8 e le 9 è scattato l’allarme antincendio e l’intera scuola è stata evacuata. Nell’epoca dei social non passa molto prima che le immagini comincino a girare: filmati del Righi con colonne di fumo grigio salire dai sotterranei. Sul posto sono arrivati subito i vigili del fuoco, mentre gli studenti si radunavano sul piazzale d’ingresso.
«Abbiamo abbandonato tutto in classe, e siamo corsi fuori. Sembrava un incendio vero», raccontano alcune ragazze. Già, «sembrava», perché la prima cosa che i pompieri hanno constatato, una volta entrati nel liceo, è che di roghi ieri al Righi non ce ne sono stati. Nessuna fiamma e nessun incendio. Il fumo che ha fatto scattare l’evacuazione è scaturito proprio da un sistema antincendio innescatosi per errore. Teoricamente, in presenza di una fiamma viva, il sistema che ieri ha tirato un brutto scherzo allo scientifico di porta Saragozza satura i locali con un fumo che soffoca le fiamme. Azionandosi in un archivio della scuola senza una fiamma sotto, invece, il sistema ha terrorizzato ragazzi e docenti che si sono visti invadere dal fumo pensato per salvarli. Le cause sono in via di accertamento, anche se in mattinata si era ipotizzato che l’allarme fosse scattato a seguito di alcuni lavori in corso nei pressi dell’istituto.
«Non aveva senso farli rientrare — spiega una docente dopo l’evacuazione — perché i locali della scuola devono essere arieggiati per molto tempo e gli studenti sarebbero dovuti restare fuori al freddo». A metà mattina al Righi scatta così il liberi tutti e i ragazzi ne approfittano, chi per studiare, chi per farsi un giro con gli amici. «Non abbiamo capito bene — raccontano due studentesse — ma c’era tutta la scuola piena di fumo». Le fiamme, per fortuna, non sono mai arrivate e i vigilia del fuoco hanno poi spiegato a tutti la situazione. «Adesso ce ne andiamo a casa», concludono serene. «Se il tempo regge — dicono altri tre ragazzi a proposito delle loro intenzioni dopo l’inaspettata mattina libera — andiamo ai Giardini Margherita. Non è troppo freddo per giocare a calcio». Quando gli chiedi se non abbiano paura di rimanere troppo indietro con gli studi, dato tutto il tempo già perso per colpa della pandemia, arriva un’ottima risposta: «Un giorno lo si recupera subito, in presenza». Scandiscono l’ultima parte della frase con forza, prima di salutare e proseguire lungo i viali.