Zuppi prega per l’Ucraina «Usciamo dalle trincee»
Dal cuore di Bologna, ieri a partire dalle 19.30 di sera, si sono alzati la preghiera di pace e l’appello a evitare l’escalation in Ucraina di un centinaio di fedeli. Si sono ritrovati proprio sotto le Due Torri, nella chiesa di San Bartolomeo e Gaetano, grazie all’appello promosso dalla Comunità San Egidio, che a sua volta ha risposto all’invocazione del pontefice. Proprio in questi giorni, infatti, papa Francesco ha rivolto all’Ucraina la sua preghiera, invocando la pace per quella terra contesa, ancora una volta, fra due blocchi opposti. Insieme a loro, anche l’arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi e gli esponenti della comunità cattolica di rito ucraino-greco della chiesa di San Michele de’ Leprosetti, in vicolo Broglio. Domenica, Zuppi tornerà ancora una volta a pregare per l’Ucraina, insieme ai fedeli, proprio nella chiesa di San Michele, dove anche oggi, nel pomeriggio, si è celebrata la funzione religiosa in ucraino. «Passavamo di qua, non siamo di questa parrocchia», ci dice una coppia che fermiamo all’ingresso di San Michele, verso le 15. «Mia moglie è bielorussa, io venezuelano. La tensione in Ucraina non ci tocca nel privato», continua il ragazzo. «Ma sono un diplomatico — aggiunge — e posso dire che è preoccupante quel che sta accadendo, per tutta quell’area. È sempre un bene pregare per la pace». E in molti sembrano del suo stesso parere, dato il numero che si presenta in serata a San Bartolomeo. «Solo chi non ha il cuore segnato dalla divisione, e sa vedere nel nemico il fratello, può parlarci. In Ucraina, per di più, sono tutti cristiani», ha detto Zuppi durante la preghiera. «Dobbiamo distruggere i nostri arsenali, dobbiamo uscire dalle nostre trincee, e chiedere di fermare la logica della guerra, perché tutti ne escono sconfitti», aggiunge. «Vivere come lupi — conclude l’arcivescovo di Bologna — non è un destino».