Corriere di Bologna

Zuppi prega per l’Ucraina «Usciamo dalle trincee»

- Pietro Tabarroni

Dal cuore di Bologna, ieri a partire dalle 19.30 di sera, si sono alzati la preghiera di pace e l’appello a evitare l’escalation in Ucraina di un centinaio di fedeli. Si sono ritrovati proprio sotto le Due Torri, nella chiesa di San Bartolomeo e Gaetano, grazie all’appello promosso dalla Comunità San Egidio, che a sua volta ha risposto all’invocazion­e del pontefice. Proprio in questi giorni, infatti, papa Francesco ha rivolto all’Ucraina la sua preghiera, invocando la pace per quella terra contesa, ancora una volta, fra due blocchi opposti. Insieme a loro, anche l’arcivescov­o di Bologna Matteo Maria Zuppi e gli esponenti della comunità cattolica di rito ucraino-greco della chiesa di San Michele de’ Leprosetti, in vicolo Broglio. Domenica, Zuppi tornerà ancora una volta a pregare per l’Ucraina, insieme ai fedeli, proprio nella chiesa di San Michele, dove anche oggi, nel pomeriggio, si è celebrata la funzione religiosa in ucraino. «Passavamo di qua, non siamo di questa parrocchia», ci dice una coppia che fermiamo all’ingresso di San Michele, verso le 15. «Mia moglie è bielorussa, io venezuelan­o. La tensione in Ucraina non ci tocca nel privato», continua il ragazzo. «Ma sono un diplomatic­o — aggiunge — e posso dire che è preoccupan­te quel che sta accadendo, per tutta quell’area. È sempre un bene pregare per la pace». E in molti sembrano del suo stesso parere, dato il numero che si presenta in serata a San Bartolomeo. «Solo chi non ha il cuore segnato dalla divisione, e sa vedere nel nemico il fratello, può parlarci. In Ucraina, per di più, sono tutti cristiani», ha detto Zuppi durante la preghiera. «Dobbiamo distrugger­e i nostri arsenali, dobbiamo uscire dalle nostre trincee, e chiedere di fermare la logica della guerra, perché tutti ne escono sconfitti», aggiunge. «Vivere come lupi — conclude l’arcivescov­o di Bologna — non è un destino».

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