Tisselli: il Pd non ha avuto rispetto per me ma non denuncio
Da capo ufficio stampa della Federazione di Bologna, a persona verso la quale la segreteria del Pd potrebbe valutare un’azione legale, nel tempo di «una doccia fredda».
Giorgia Tisselli, come si è arrivati a questa rottura fra lei e la segreteria?
«Ho scritto un comunicato che era già stato preparato, da altri. Quando ho chiesto spiegazioni non ho ricevuto nessuna risposta. Poi è venuto fuori un post, anche quello non fatto da me. A quel punto era evidente. Il problema è la totale mancanza di dialogo».
È convinta che la volessero allontanare?
«In tre anni non ho mai ricevuto un feedback negativo, solo complimenti. C’era la chiara volontà di una sostituzione, ne ho la certezza. Quando le attività vengono tolte all’ufficio stampa e date in gestione al portavoce, il messaggio è chiaro. Però nessuno mi ha detto niente, e qui subentra un fattore umano, di rispetto. Potevano farmi sapere, ad esempio, che Chiara Rinaldi (la nuova portavoce, ndr), mi avrebbe affiancato per un periodo.
Crede che il Pd, in generale, non abbia rispetto dei suoi lavoratori?
«Ho letto che mi si accusa di non conoscere la differenza fra addetto stampa e portavoce, ma sono loro a non conoscerla. Il portavoce è una figura politica, che non c’entra con l’ufficio stampa. È stato così finché la portavoce è stata Roberta Li Calzi. Il fatto che questa figura politica si assuma il compito di comunicati, post e dei rapporti con la stampa è una novità, e andrebbe spiegata a chi lavora».
Sta valutando un’azione legale?
«Personalmente, a differenza di Mazzoni a quanto pare, ancora non ci penso nemmeno, benché sia io la danneggiata. Una reazione potrebbe arrivare dai sindacati, ma, personalmente, per ora non mi sto muovendo per via legali».