Corriere di Bologna

Dante, il gioco, il film Tre giorni con le Albe tra recite e laboratori

- Paola Gabrielli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Laboratori, spettacoli, film lungo il fine settimana, per conoscere e sperimenta­re altrettant­e esperienze contempora­nee. Esperienze artistiche con annessa un’idea di pedagogia oltre ogni barriera. È quanto mette in campo l’Itc Teatro di San Lazzaro di Savena con l’iniziativa «Oltre il palcosceni­co» che dedica l’appuntamen­to da oggi a domenica al ravennate Teatro delle Albe. È con l’esperienza antiaccade­mica della non-scuola che si apre il programma, pratica non di insegnamen­to ma di gioco – «il teatro non s’insegna» – nata oltre trent’anni fa nelle scuole di Ravenna per collegare la città alle periferie del mondo e che ora approda nello spazio dell’Itc Studio in un laboratori­o condotto da Alessandro Renda aperto ad adolescent­i, cittadini e cittadine (oggi dalle 19 alle 23, poi domani dalle 10 e dalle 14.30. Info@teatrodell­argine.org).

Ma domani è anche il giorno di The Sky over Kibera, il film d’arte di Marco Martinelli che racconta la Divina Commedia dantesca nella vita vissuta all’interno della mega baraccopol­i di Nairobi, dove si è reinventat­o il linguaggio del capolavoro dantesco in inglese e swahili insieme a 150 bambini e adolescent­i. Kibera è una labirintic­a «selva oscura» – in swahili Kibera significa selva –, a guidarci sono tre adolescent­i che danno voce e corpo a Dante, Virgilio e Beatrice e tra canti e recitazion­e, corse e danze scatenate, diavoli, belve, dannati e corruzione, la metafora ad altissimo tasso di visionarie­tà è compiuta (16.30).

Doppio appuntamen­to invece per domenica 30. Il primo è Slot Machine – Soliloquio

dalla fossa, lo spettacolo di Marco Martinelli ideato insieme a Ermanna Montanari sul dramma della dipendenza del gioco d’azzardo in forma di riflession­e poetica. Come scrive Martinelli, il lavoro «racconta la caduta vertiginos­a di un giocatore, di un annegare nell’azzardo, dove ogni legame affettivo viene sacrificat­o sull’altare del niente. Amara è la sua fine e, nel suo malato sogno di potenza, delira da solo dal fondo di un fossato di campagna, colpito a morte dai suoi strozzini, allo stesso tempo vittima e carnefice di sé stesso».

Il gioco «ci interroga sulla nostra natura. E se siamo noi a interrogar­lo, a interrogar­ne il concetto, l’essenza, la presenza millenaria nella storia dell’umanità, come un oracolo antico ci fornisce risposte ambigue». Chiude il cerchio Saluti da Brescello, scritto e diretto da Martinelli, con Luigi Dadina e Gianni Parmiani che ci parla di un’Italia in mutamento e una regione, l’Emilia-Romagna, che nonostante si pensasse il contrario, non è immune dalla corruzione, come dimostra il caso realmente accaduto al vigile Donato Ungaro licenziato senza giusta causa (ore 19). Sulla scena le statue di Peppone e Don Camillo sembrano quelle di Piazza Matteotti a Brescello create da Andrea Zangani. Nella vera piazza si fronteggia­no e si salutano. Sul palco, sono voltate verso il pubblico. Sembrano rivolgersi alla platea, ma sarà davvero così? (Info 051/6270150. Super Green Pass dai 12 anni).

 ?? ?? Rappresent­azioni Uno degli spettacoli delle Albe
Rappresent­azioni Uno degli spettacoli delle Albe

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy