Corriere di Bologna

«Un muro bianconero come a Barcellona ‘98»

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Le notti europee hanno risvegliat­o le passioni di Bologna, questa finale è un grande occasione per tutto lo sport italiano e la squadra ha grandi valori

Alfredo Cazzola, cosa prova a rivedere la Virtus in una finale europea?

«Una grande emozione, è una finale meritata da una squadra molto forte e gestita benissimo dalla panchina. Abbiamo tanto entusiasmo e speranza».

Come quando le giocava da presidente?

«A pelle questi ragazzi mi danno quella sensazione di forza e capacità che ho visto nel passato. Sono assolutame­nte degni della mia Virtus. È una squadra ha un grande futuro per merito del presidente Zanetti che ha voglia di tenere in alto il nome del club».

Un’italiana che si gioca una coppa europea non capita tutti i giorni.

«Queste notti europee sono un grande orgoglio che ha ridestato i sogni, le passioni e le aspettativ­e di tutta Bologna ma sono anche eventi di caratura nazionale. Sarà un’occasione importante per tutto lo sport italiano».

Ci regala un suo ricordo da finale?

«A Barcellona, quando ho visto

davanti ai miei occhi una macchia bianconera di settemila persone: quasi un esodo da Bologna. Ero seduto di fianco a David Stern, allora commission­er Nba, che mi aveva chiesto come stesse andando il mio lavoro. Come risposta gli mostrai i nostri tifosi con orgoglio».

Cosa è cambiato da allora? «Negli anni 90 c’era grande competizio­ne sul campo ma un equilibrio accettabil­e nei costi di gestione. Oggi presente e futuro sono tutti sulle spalle di Zanetti che ricopre il suo ruolo in modo eccellente».

L’Eurolega senza la Virtus è come una sinfonia senza direttore d’orchestra Ancora non abbiamo fatto nulla, la Virtus pensa a vincere non a quello che ha già vinto

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Ex presidente Alfredo Cazzola

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