La Nave dei folli ispira la performance «Stultifera» di Benni Bosetti
Una nave destinata a un viaggio senza fine con vele insieme a detriti marini, corde e funi, sullo sfondo una capanna in cui un gruppo di performer realizza dal vivo oggetti in creta. È il set, allestito nel salone degli Incamminati della Pinacoteca di via Belle Arti, della performance Stultifera, una delle proposte più originali di questa edizione di «Art City». Ideata dalla 35enne artista milanese Benni Bosetto, studi ad Amsterdam e scultrice di formazione. In questo caso l’ispirazione è La nave dei folli, opera satirica di fine ‘400 di Sebastian Brant, ma riecheggiano in continuazione film dell’ungherese Béla Taar e della ceca Vera Chytilovà, danze rituali e propriziatorie, testi poetici, musica folk e improvvisazioni jazz affidate a un pianoforte, ritualità interrotte, pratiche di bodyart, canoni rimessi in discussione. I tanti passeggeri si muovono in un vivace pastiche di 40 minuti tra cori, baccanti e angeli, che sarà replicato fino a sabato due volte al giorno, alle 16,30 e alle
18, con ingresso libero e prenotazione. La nave, osserva la curatrice Caterina Molteni, in questo caso non affonda ma «diventa il luogo in cui pensare un inizio differente per gli esseri umani», che ritrovano un senso nel momento in cui danno vita a un corpo collettivo che si fa tutt’uno con l’ambiente circostante. «Qualcosa di cui oggi abbiamo molto bisogno», chiosa l’artista. Sempre oggi, per «Art City», alla Fondazione per l’Innovazione Urbana di Palazzo d’Accursio si potrà scoprire l’installazione cinematografica in 16 mm. Emergency Break, con la trilogia dedicata al «soccorso» dell’artista lituano Kipras Dubauskas, a cura di Elisa Del Prete. Curatrice anche di Fresco, personale con 8 quadri in plexiglass del 49enne Davide D’Elia al Museo Davia Bargellini di Strada Maggiore 44.