Il «Mago» Bargnani, Petrucci e l’ultrà Casini La marea bianconera «Clima da Eurolega» L’arena
La coreografia della curva con il Nettuno
Un’arena colma all’inverosimile, traboccante di passione, di tifo e di colori: l’immagine che Basket City regala all’Europa dei canestri è quella di un catino bollente, tirato a lucido per una grande occasione come questa. Diecimila cuori pulsanti, un soldout già annunciato alla vigilia della sfida che regala alla Virtus il record di incassi del basket italiano: 718.279 euro, battendo di oltre 300.000 euro il precedente primato, che apparteneva (con tanto di conversione dalle lire a 418.062 euro) al derby di gara 3 giocato all’allora Palamalaguti della stagione 2000/01 tra Kinder e Fortitudo Paf.
E nel padiglione di BolognaFiere non ci stava nemmeno uno spillo, col traffico attorno al quartiere fieristico già in tilt a oltre due ore dalla palla a due e magliette nere— il colore dominante della serata — un po’ ovunque. Birre e chiacchiere per sciogliere la tensione per quella che tanti hanno definito senza indugi l’appuntamento più importante degli ultimi vent’anni della Virtus: il clima era quello, caldissimo non solo per il sostegno ma anche in chiave metereologica vista la giornata estiva e i quasi trenta gradi che hanno finito per scaldare l’arena per tutto il giorno.
Afa da finale scudetto, ma calore ancora più elevato vista la posta in palio: già alle 19.30 la curva virtussina era un vero e proprio muro nero che scaldava l’ugola, mentre l’agognata Eurocup faceva bella mostra di sè al centro del campo. Come in ogni grande appuntamento che si rispetti, il mix cromatico è chiaro: l’unica deroga al nero Virtus è la macchia verde e bianca dei circa 350 tifosi del Bursaspor, con una tinta di rosso portata dalla bandiera turca appesa in balaustra dietro alla panca ospite.
Il Frutti Extra entra sul parquet con «Who let the dogs out?» del gruppo bahamense Baha Men, hit diventata ancora più un inno dell’Eurocup del Bursaspor da quella curiosa intervista di Holland in cui ringhia al microfono del bordocampista: quando entra la Virtus, con tanto di countdown e luci da palcoaver
scenico, i decibel si alzano inesorabilmente. Si riempie il parterre di tifosi bianconeri: dalla politica — il senatore Pier Ferdinando Casini, con tanto di mascherina con la V nera, e il deputato Luca Rizzo Nervo — al calcio, con diversi giocatori del Bologna, passando per diversi big del basket anche del recente passato come il “Mago” Andrea Bargnani, ex prima scelta assoluta Nba.
Poi, ovviamente, le istituzioni: quelle del basket italiano — il presidente della Fip Petrucci e il presidente di Lega Gandini — e quelle cittadine. «E’ una finale di Eurocup ma lo scenario è da Eurolega— dice il sindaco Matteo Lepore— segno che questa città è pronta ad ospitarla così come la Fiera, un polo che ha enormi potenzialità e in cui crediamo tanto».
Si arriva al dunque: Hackett e tutta la Virtus prima della palla a due vanno a prendersi l’ovazione della curva bianconera. Che snocciola una coreografia con l’effigie del Nettuno: «Nel buio della notte la tua gente ti guiderà. Mai sola». E infatti alle spalle della Virtus c’è un’arena intera, così calorosa da ondeggiare quando un altro «Mago» - quello di Valjevo, al secolo Milos Teodosic - comincia a bersagliare il canestro turco.