«Dipendenti felici fanno felice l’azienda No al lavoro h24»
Sabato in azienda o a casa? Il dibattito dopo il caso Franchi Poggipollini, a capo dei Giovani imprenditori
Michele Poggipolini, presidente dell’omonima azienda leader nel settore aeronautico e numero uno dei Giovani imprenditori di Confindustria Emilia, lo dice chiaro e tondo: «Non si può lavorare h24». Sullo sfondo c’è il discusso caso dell’azienda di Elisabetta Franchi, con solo donne over 40 nelle posizioni apicali e una condanna per comportamento antisindacale per aver sanzionato le dipendenti in sciopero contro l’imposizione degli straordinari al sabato. Nessun giudizio, ma una sottolineatura sì: «Le persone vanno messe al centro, senza distinzione di genere».
Come conciliare tempi di lavoro e tempi di vita in maniera virtuosa?
«Per un’azienda l’asset più importante è il personale. Se i dipendenti sono felici anche l’azienda lo è. Se è vincente è grazie a loro. Al benessere delle persone corrisponde sempre un aumento della produttività»
Come si pone di fronte alla riscoperta da parte dei lavoratori, complice la pandemia, del valore del tempo libero?
«Siamo un’impresa manifatturiera di 100 addetti, lo smart working non è applicabile nella maggior parte dei casi ma cerchiamo di soddisfare le richieste di flessibilità dei nostri dipendenti; in particolare le donne con bambini in età scolare».
Il tempo di non lavoro non è, però, solo quello da dedicare al lavoro di cura...
«Lo dico sempre: bisogna ragionare soprattutto sulla qualità del nostro tempo. Lavorare h24 non porta nessun beneficio, lavorare ore di qualità invece sì. Davanti ci sono degli obiettivi da raggiungere. Dopo la pandemia, è cambiato tutto. Sono molti gli ingegneri che, in fase di colloquio, oggi richiedono la possibilità di lavorare due giorni alla settimana da remoto. Nei reparti dove è possibile, perché no? L’importante è portare a casa i progetti».
Come gestire i picchi di lavoro?
«Noi lavoriamo dal lunedì al venerdì. Di sabato solo se necessario. L’imposizione è sempre controproducente. Poi, certo, esistono esigenze di reperibilità. Va misurato il lavoro, le situazioni e trovare una soluzione ad hoc. Fra pandemia, aumento dei costi di energia e materie prime, ora è difficile serva. La nostra flessibilità fa la differenza: non è raro che siano gli stessi dipendenti a fare sacrifici quando serve».