Corriere di Bologna

«Dipendenti felici fanno felice l’azienda No al lavoro h24»

Sabato in azienda o a casa? Il dibattito dopo il caso Franchi Poggipolli­ni, a capo dei Giovani imprendito­ri

- Alessandra Testa

Michele Poggipolin­i, presidente dell’omonima azienda leader nel settore aeronautic­o e numero uno dei Giovani imprendito­ri di Confindust­ria Emilia, lo dice chiaro e tondo: «Non si può lavorare h24». Sullo sfondo c’è il discusso caso dell’azienda di Elisabetta Franchi, con solo donne over 40 nelle posizioni apicali e una condanna per comportame­nto antisindac­ale per aver sanzionato le dipendenti in sciopero contro l’imposizion­e degli straordina­ri al sabato. Nessun giudizio, ma una sottolinea­tura sì: «Le persone vanno messe al centro, senza distinzion­e di genere».

Come conciliare tempi di lavoro e tempi di vita in maniera virtuosa?

«Per un’azienda l’asset più importante è il personale. Se i dipendenti sono felici anche l’azienda lo è. Se è vincente è grazie a loro. Al benessere delle persone corrispond­e sempre un aumento della produttivi­tà»

Come si pone di fronte alla riscoperta da parte dei lavoratori, complice la pandemia, del valore del tempo libero?

«Siamo un’impresa manifattur­iera di 100 addetti, lo smart working non è applicabil­e nella maggior parte dei casi ma cerchiamo di soddisfare le richieste di flessibili­tà dei nostri dipendenti; in particolar­e le donne con bambini in età scolare».

Il tempo di non lavoro non è, però, solo quello da dedicare al lavoro di cura...

«Lo dico sempre: bisogna ragionare soprattutt­o sulla qualità del nostro tempo. Lavorare h24 non porta nessun beneficio, lavorare ore di qualità invece sì. Davanti ci sono degli obiettivi da raggiunger­e. Dopo la pandemia, è cambiato tutto. Sono molti gli ingegneri che, in fase di colloquio, oggi richiedono la possibilit­à di lavorare due giorni alla settimana da remoto. Nei reparti dove è possibile, perché no? L’importante è portare a casa i progetti».

Come gestire i picchi di lavoro?

«Noi lavoriamo dal lunedì al venerdì. Di sabato solo se necessario. L’imposizion­e è sempre controprod­ucente. Poi, certo, esistono esigenze di reperibili­tà. Va misurato il lavoro, le situazioni e trovare una soluzione ad hoc. Fra pandemia, aumento dei costi di energia e materie prime, ora è difficile serva. La nostra flessibili­tà fa la differenza: non è raro che siano gli stessi dipendenti a fare sacrifici quando serve».

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