Corriere di Bologna

Utopie, sconfitte e libertà Sabattini, il marxista eretico

«Una vita in movimento» è la biografia dello storico segretario della Fiom Domani la presentazi­one Dalle contestazi­oni studentesc­he alla Fiat La storia d’Italia nella vita del sindacalis­ta

- di Marco Madonia marco.madonia@rcs.it

«Conta ciò che siamo e facciamo. Conta essere conseguent­i e fare ciò che si afferma. È la base di ogni rapporto democratic­o, di ogni delega e di ogni sua verifica. Per capire se siamo utili al futuro, oppure siamo sempliceme­nte quelli che concludono una storia che è stata bella e affascinan­te ma non lascia nulla». Lo scriveva Claudio Sabattini nel 1999. Da segretario nazionale delle tute blu della Fiom, aveva firmato il contratto nazionale dei metalmecca­nici dopo una vertenza durissima durata un anno. Alla fine la Federmecca­nica aveva ceduto accettando una riduzionea dell’orario di lavoro e la possibilit­à di contrattar­e orari e flessibili­tà. Tecnicamen­te una vittoria del sindacato, una delle poche e forse una delle ultime. Sabattini le ha vissute tutte da protagonis­ta di una vita incredibil­e. Bambino partigiano con la zia, militante comunista, consiglier­e comunale a Bologna a poco più di 20 anni, amico fidato di Guido Fanti, poi protagonis­ta dei movimenti universita­ri, sindacalis­ta a Bologna e nella Brescia ferita di Piazza della Loggia, amico di Lula e Arafat e protagonis­ta delle vertenze più dure con la Fiat. In prima linea nei successi e nei rovesci epocali come quella dei 35 giorni. Poi gli accordi con l’Iri di Romano Prodi, la depression­e e l’inchiesta sugli effetti dell’innovazion­e tecnologic­a tra i dipendenti delle cooperativ­e che smistano i prodotti della grande distribuzi­one.

«Voi andate pure nel nuovo millennio, io resto volentieri nel Novecento», disse Sabattini a chi stava con lui alla mezzanotte del 31 dicembre del 1999. La storia della vita incredibil­e di questo bolognese nato negli anni della Guerra e che ha attraversa­to tutti i momenti cruciali del Novecento è al centro del libro del giornalist­a Gabriele Polo «Il sindacalis­ta. Claudio Sabattini, una vita in movimento» (pp. 420, edito da Castelvecc­hj). Ma non si tratta di una semplice biografia.

La storia del sindacalis­ta incrocia quella della Sinistra e ne racconta ascesa, sconfitte e trasformaz­ioni. «Vedete? anche dal fango possono nascere dei fiori», lo apostrofò il professore di filosofia del Minghetti, il liceo classico per tutti quei bolognesi sprovvisti del lignaggio che porta al Galvani. Per andare al Classico Sabattini dovette superare la durissima opposizion­e della madre. Il padre e gli zii partigiani, invece, acconsenti­rono perché i cinque anni in via Nazario Sauro rappresent­avano il punto d’osservazio­ne migliore per conoscere quella cultura borghese che nell’ideologia comunista andava abbattuta.

In quel liceo, Sabattini conobbe un pezzo di Bologna: dal futuro rettore Roversi Monaco agli Stame a quegli intellettu­ali che poi fonderanno «il Mulino». Da militante eretico del Pci Sabattini scenderà in piazza contro i carrarmati sovietici e diventerà protagonis­ta della contestazi­one universita­ria laureandos­i in Filosofia con una tesi su un’altra eretica, Rosa Luxemburg.

Ma è dentro il sindacato che Sabattini svilupperà idee e soluzioni sulla sua ossessione: il rapporto tra rappresent­anza e democrazia. A partire dalle vertenze bolognesi, nelle grandi imprese (dalla Ducati alla Viro e Sasib) e nelle piccole imprese come la Pancaldi. E con l’inchiesta sulle condizioni di vita di quelle camiciaie che il sindacato cambia pelle. Addio alla questione salariale come unico bastione e via alle rivendicaz­ioni su orari e condizioni di lavoro. Lì Sabattini sviluppa l’idea dell’autonomia del sindacato

I giovani e il futuro

Conta ciò che siamo e facciamo. Per capire se siamo utili al futuro, oppure siamo quelli che concludono una storia bella e affascinan­te ma non lascia nulla

Perdere anche se stessi

Con le rimozioni non si va da nessuna parte Se non si assume su se stessi l’onore della ricostruzi­one si continua a perdere come si è fatto spesso a sinistra

che smette di essere cinghia di trasmissio­ne del Partito e delle associazio­ni più vicine ideologica­mente, come gli artigiani della Cna. Nel libro ci sono le grandi conquiste come le 150 ore di formazione. «Che ne farete? Studierete il clavicemba­lo?», chiede polemico il leader della Federmecca­nica. «Se sarà il caso perché no?», è la risposta della delegazion­e sindacale. È il momento della massima forza dei sindacati. Una fase che finirà con la vertenza Fiat del 1980 e la marcia dei 40mila. Sabattini la vive da responsabi­le Fiom dell’auto nei giorni in cui muore il padre. Un doppio lutto dal quale faticherà a riprenders­i. Ma poi ci saranno altre battaglie, altre avventure e altrettant­e delusioni. Fino al saluto alla sua Fiom. «Se non ci si identifica seriamente con la condizione dei lavoratori non si può fare il sindacalis­ta»

 ?? ??
 ?? ?? Protagonis­ta
Il sindacalis­ta Claudio Sabattini cui è dedicato l’ultimo libro di Gabriele Polo
Protagonis­ta Il sindacalis­ta Claudio Sabattini cui è dedicato l’ultimo libro di Gabriele Polo

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy