Maltratta la madre da 15 anni via da Bologna il figlio violento
Sorveglianza speciale e divieto di soggiorno in città per il 37enne tossicodipendente
Per oltre quindici anni ha maltrattato senza scrupoli la madre, con l’unico intento di ottenere da lei il denaro necessario per acquistare sostanze stupefacenti. Annebbiato da problemi di tossicodipendenza che non è mai riuscito a combattere per davvero, l’ha ripetutamente picchiata, derubata, costretta a subire molestie psicologiche e persino privata della libertà personale nella propria abitazione. Per questo ragioni il questore di Bologna Isabella Fusiello, sulla base dell’attività istruttoria svolta dalla divisione anticrimine diretta dal primo dirigente Silvia Gentilini, ha chiesto e ottenuto dal Tribunale di Bologna, ufficio misure di prevenzione, l’applicazione della sorveglianza speciale, con divieto di soggiorno per tre anni in città, nei confronti di un trentasettenne italiano, già noto alle forze dell’ordine.
Tramite l’attività di analisi sul suo percorso criminale, la divisione anticrimine ha ricostruito tutta una serie reiterata di episodi di violenza nei confronti della donna, sottoposta per lungo tempo ad un vero e proprio regime di paura ed angoscia continua, causata dagli impulsi di violenza del figlio. Almeno quindici gli anni di botte e sofferenze: un dato che ha sottolineato ulteriormente la pericolosità sociale dell’individuo, soprattutto in ragione della probabilità di ulteriori reati e maltrattamenti ai danni della madre anche in futuro. Analizzando ogni dato in possesso sull’uomo, comprese denunce, controlli e interventi di polizia legati ad altri episodi di violenza familiare, oltre che agli stupefacenti, la divisione anticrimine ha ricostruito i comportamenti e la vita criminale del trentasettenne, ponendo fine all’incubo vissuto finora dalla madre.
Con l’introduzione del cosiddetto codice rosso (L. 69/2019), la legge ha fornito ai questori uno specifico strumento di tutela diretto ai soggetti indiziati dei reati di atti persecutori e maltrattamenti, prevedendo che anche nei loro confronti possa essere disposta la misura di Prevenzione Personale della Sorveglianza Speciale, strumento ordinariamente previsto dalla legislazione antimafia per contrastare la criminalità organizzata. Un modo, in altre parole, per intervenire preventivamente, anche prima di una formale denuncia. Se, come in questo caso, gli elementi presentati al tribunale sono suffragati da scientificità di analisi e correttezza di vari parametri, la richiesta viene accettata, evitando la commissione di ulteriori reati. Per la misura adottata in seguito a questo genere di attività di analisi ante delictum è una delle primissime volte a Bologna.
Il trentasettenne, nel frattempo in carcere alla Dozza, per i prossimi tre anni avrà il divieto di soggiorno in città. Sarà quindi obbligato a fissare la propria dimora, in aggiunta alla custodia cautelare in carcere, in un luogo diverso da quello in cui stabilmente risiede la sua vittima, con divieto di avvicinarla. Dovrà mantenere dalla madre una distanza non inferiore a 500 metri e non potrà comunicare con lei con alcun mezzo. La misura applicata impone inoltre l’obbligo di permanenza notturna in casa, dalla quale non potrà allontanarsi se non previo avviso all’autorità locale di pubblica sicurezza.