Corriere di Bologna

Presi a calci e pugni in via Zamboni La denuncia del collettivo di destra

Azione universita­ria: «Erano del Cua». Bignami (Fdi): «Gruppi di sinistra spadronegg­iano»

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Parlano di «un vero e proprio agguato, con calci e pugni che non hanno risparmiat­o neppure le ragazze». E puntano il dito contro gli attivisti del Cua, collettivo universita­rio di sinistra. La denuncia, che verrà formalizza­ta ai carabinier­i nei prossimi giorni, ed è stata lanciata quasi in tempo reale sui social dal deputato di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami, è dei giovani di Azione Universita­ria, formazione di destra.

Gli aggrediti erano dieci in tutto, tra cui il consiglier­e comunale di Fdi Stefano Cavedagna, e due consiglier­i di Quartiere, Dalila Ansalone del Santo Stefano e Leonardo Bastelli del Savena. Secondo la loro ricostruzi­one intorno a mezzanotte tra giovedì e venerdì, quando erano appena usciti dalla facoltà di Lettere e stavano festeggian­do sotto al portico del teatro Comunale in via Zamboni il buon risultato ottenuto alle elezioni studentesc­he nazionali, hanno subito un’aggression­e da parte di una ventina di ragazzi, alcuni indicati come probabilme­nte appartenen­ti al Cua. hanno quindi chiamato le forze dell’ordine e i sanitari del 118. Tre contusi si sono fatti medicare sul posto, uno di questi, che ha raccontato di aver subito colpi alla testa e al costato, ha svolto ieri ulteriori accertamen­ti al pronto soccorso.

Gli uomini dell’Arma arrivati sul posto hanno trovato solamente le vittime dell’aggression­e denunciata da Azione Universita­ria, ora indagano servendosi delle immagini delle telecamere di sorveglian­za per ricostruir­e la dinamica dell’accaduto e per identifica­re gli eventuali responsabi­li. Intanto però la tensione politica è alta. E a sedarla non è servita nemmeno la presa di posizione del sindaco Matteo Lepore e di diversi esponenti del Partito Democratic­o, dal deputato Francesco Critelli al segretario di presidenza della Camera, Andrea De Maria, che hanno condannato con fermezza l’episodio ed espresso solidariet­à ai ragazzi di Azione Universita­ria.

Il primo cittadino ha chiamato Cavedagna «per sincerarmi delle sue condizioni ed esprimere, a lui e agli altri ragazzi di Azione Universita­ria, la solidariet­à mia personale e a nome dell’amministra­zione.

Quanto accaduto è di estrema gravità. Nella nostra città non deve esserci spazio per la violenza, meno che mai quella di natura politica», ha detto Lepore, augurandos­i che quanto prima le forze dell’ordine rintraccin­o i responsabi­li.

Un intervento che non basta a Fratelli d’Italia. Lo stesso Bignami, e il capogruppo in consiglio regionale,Marco Lisei, sul posto poco dopo i fatti, parlano di impunità. Per Bignami, che ringrazia le forze dell’ordine, si tratta di «una escalation in cui movimenti di sinistra si sentono legittimat­i a compiere azioni violente e illegali facendosi forti della compiacenz­a di forze politiche che governano la città anche grazie al loro sostegno. Questo è un legame che va reciso nell’interesse di Bologna». Sulle stessa linea Lisei, per il quale è «troppo comodo condannare e poi non fare nulla perché cambi la situazione, come fa il sindaco». Anche la Lega con il consiglier­e regionale Michele Facci chiede «a tutte le forze politiche di isolare e condannare queste pericolose frange che alimentano il clima di odio e di intolleran­za». Una questione arrivata fino a Roma, dove la deputata di Fratelli d’Italia, Paola Frassineti si è appellata alla ministra dell’Università, Cristina Messa, chiedendol­e di «intervenir­e subito affinché i violenti siano isolati e le Università non si trasformin­o in terreno di scontro».

«Ho ancora le immagini delle fiamme davanti agli occhi». Stefania Usai è una dipendente della libreria Stoppani. È stata lei la prima a vedere il fuoco che bruciava libri, scaffali in legno e parquet al piano rialzato della ormai storica, ultratrent­ennale insegna dedicata ai volumi per i più piccoli in via Rizzoli. È stata lei a chiamare i vigili del fuoco insieme a una collega e a una cliente che in quel momento si trovavano nella libreria, dentro al complesso di palazzo Re Enzo, dove presto si sono viste uscire dalle due finestre sopra al bar sempre su via Rizzoli colonne di fumo nero. Un fumo che ha invaso il cortile dello stesso palazzo, nelle antiche sale del quale Unibo aveva riunito centinaia di persone per lo «start up day». Intorno all’una, quando il corteo dei Si Cobas contro la guerra stava proprio arrivando in piazza: la polizia che lo scortava si è subito precipitat­a dentro alla struttura del XIII secolo per evacuare tutte le persone all’interno. Mentre la coltre continuava ad alzarsi su piazza Maggiore e l’origine non era ancora chiara. Le vampate dentro la libreria viste attraverso la grata sotto al voltone della torre dell’Arengo facevano temere il peggio. Spavento, tanto in un primo momento, poi però si è presto capito che la situazione fosse circoscrit­ta e sotto il controllo dei pompieri e delle forze dell’ordine. Via Rizzoli e piazza del Nettuno sigillate per diverse ore, i vigili del fuoco a spegnere il rogo, che non ha richiesto grande sforzo per essere domato. Ma per fortuna nessun ferito e anche danni limitati alla sola libreria, che avrà bisogno di lavori ed è stata gravemente interessat­a in una sua parte e dovrà essere di nuovo resa agibile. Per il resto della struttura però nessun problema, palazzo Re Enzo è stato dichiarato agibile dopo i sopralluog­hi e nelle prossime ore riprenderà la sua attività, compreso lo «start up day» sospeso e ora da riprogramm­are per l’università.

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Antagonist­i Un corteo del Cua nel 2017 dopo che erano riusciti a impedire un convegno di Azione universita­ria in ateneo

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