Una «casa» dentro al reparto per chi ha i figli ricoverati Ecco la nuova Family Room
Gianni Morandi testimonial: un bel modo per aiutare i genitori
«Infinitamente grazie», «un aiuto fondamentale», «la mia luce nel buio di questi giorni», «senza questo posto sarebbe stato tutto più difficile». Sono alcuni dei pensieri colmi di riconoscenza che le mamme dei bambini che hanno affrontato un periodo di ricovero al padiglione 13 del Sant’Orsola di Bologna hanno scritto sul diario dei ringraziamenti all’ingresso della Family Room della Fondazione Ronald Mc Donald.
Uno spazio dedicato ai familiari dei piccoli in cura, realizzato già nel 2008 e ora completamente rinnovato. Nei quattordici anni di attività, ha ospitato oltre 1700 famiglie, 115 solo lo scorso anno, nonostante la pandemia, provenienti dall’Emilia-Romagna e da altre regioni d’Italia. Circa 130 metri quadrati, due camere con cinque posti letto, un ampio soggiorno con desk di accoglienza e zona smart working, una sala da pranzo con cucina attrezzata, una lavanderia, due bagni: tutto pensato e realizzato per dare una risposta concreta al tema del sostegno alle famiglie durante il ricovero dei figli malati, in particolare a chi è costretto a una cosiddetta migrazione sanitaria, ossia a lasciare la propria casa per ricevere cure specialistiche in realtà lontane da casa.
«Siamo felici di inaugurare i nuovi spazi di questa struttura per noi così cara. Si tratta infatti della prima Ronald McDonald Family Room in Italia e ne siamo orgogliosi — sottolinea Nicola Antonacci, presidente di Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald Italia —. La nostra missione è accogliere le famiglie, poter dare loro un alloggio, aiutarle ad affrontare meglio il periodo della malattia». La Family Room del Sant’Orsola ha le pareti pastello, righe rosa e celesti nella zona notte, verde acqua nel living, valorizzate dall’opera dell’artista Domenico Fazzari che ha dipinto sul muro le colline bolognesi, i vigneti e il Santuario della Madonna di San Luca. «È un luogo importantissimo dove tante famiglie hanno già trovato solidarietà e conforto — commenta Chiara Gibertoni, direttore generale del Policlinico — con questo restyling, sono riusciti a riprodurre ancora di più il calore di una casa all’interno di una struttura ospedaliera, uno spazio anche diurno per i genitori che purtroppo devono passare tante ore in ospedale». E non resterà l’unico, tra poco più di un anno sarà costruita una seconda Family Room nella nuova Neonatologia: «La prospettiva per la Fondazione è di affiancarci anche nel padiglione 4 che stiamo ristrutturando — spiega Gibertoni — è già stata prevista anche lì un’area per una seconda family room per i familiari dei bambini prematuri e l’auspicio è che a Bologna possa in futuro sorgere anche una casa Ronald McDonald».
Tra le pagine del diario di ringraziamento la mamma di Clara scrive «di essersi sentita a casa, protetta e coccolata in giorni di difficoltà»; la mamma di Lorenzo di essersi sentita «meno sola». Parole che raccontano l’anima del progetto: «È indispensabile che le famiglie che hanno un bambino ricoverato possano trovare un momento di condivisione in un posto così — osserva Marcello Lanari, direttore della Pediatria d’urgenza — e le mamme possono trascorrere una notte serena, senza dover dormire su una sdraio scomoda, come purtroppo a volte succede; per alcune famiglie può essere anche un aiuto economico per evitare l’aggravio dei costi di un affitto o di una camera di albergo — prosegue — strutture come queste aiutano il nostro approccio clinico». Al taglio del nastro ieri mattina, ha partecipato anche Gianni Morandi: «Sono qui da semplice cittadino bolognese, felice per iniziative come queste — il pensiero del cantante — questo è un bel modo per aiutare famiglie che vengono anche da lontano e possono essere ospitate in una struttura importante qual’è il Policlinico Santo’Orsola di Bologna».