Corriere di Bologna

Primo caso di paziente con il vaiolo delle scimmie «Nessun allarmismo»

L’uomo, 35 anni, sta bene ed è in isolamento al Sant’Orsola

- Beppe Facchini

Il Monkeypox virus, meglio noto come vaiolo delle scimmie, è arrivato anche in Emilia-Romagna.

Mercoledì sera, al Policlinic­o Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, è stato infatti identifica­to il primo caso in regione: si tratta di un cittadino cileno di 35 anni, con molta probabilit­à contagiato durante un soggiorno a Madrid, a inizio maggio. «Le sue condizioni sono buone e stabili ed è in corso l’indagine epidemiolo­gica per sapere i suoi contatti: nessun allarmismo», rassicura Giuseppe Diegoli, responsabi­le Area sanità veterinari­a e igiene degli alimenti del servizio prevenzion­e collettiva e sanità pubblica Emilia-Romagna.

L’uomo si trova adesso ricoverato in isolamento nel reparto malattie infettive dello stesso Policlinic­o bolognese. «Era arrivato al nostro pronto soccorso generale con la presenza di vescicole, anche se in numero molto basso, alcune presenti a livello del palmo della mano, altre alla pianta dei piedi», spiega la professore­ssa Tiziana Lazzarotto, direttrice dell’Unità operativa di microbiolo­gia del Sant’Orsola, dov’è stato immediatam­ente analizzato il liquido del tampone vescicolar­e del 35enne. La diagnostic­a in questi casi passa per il test Pcr Real Time (ormai ben noto dopo due anni di pandemia), così «nel giro di qualche ora abbiamo risposto, confermand­o l’ipotesi clinica epidemiolo­gica», continua la direttrice. Il sospetto di ritrovarsi in presenza del paziente uno del vaiolo delle scimmie in regione, oltre che alle vescicole e alla loro distribuzi­one, ha tenuto anche conto del recente viaggio dell’uomo in Spagna, a oggi fra i Paesi europei con più casi. A mettere in allerta l’uomo, convincend­olo a recarsi al pronto soccorso, era stata infatti anche la notizia di un locale della capitale spagnola, una sauna in cui era stato durante il suo recente soggiorno, chiuso dopo la segnalazio­ne di diversi casi accertati di positività al virus delle scimmie. Prima di arrivare in Italia, lo scorso 24 maggio aveva viaggiato anche in Germania. Pur essendo in buone condizioni di salute, al Sant’Orsola si è optato pe ril ricovero in isolamento. ognio caso, infatti, viene strettamen­te monitorato e dopo la pandemia da Covid nulla può essere preso sotto gamba.

In tutto il mondo si contano attualment­e oltre 200 casi accertati: siamo davanti a un nuovo pericoloso nemico per la nostra salute? «Assolutame­nte no», assicura la professore­ssa alla guida di una unità operativa metropolit­ana che da anni è un fiore all’occhiello del settore, non solo a livello nazionale, con oltre due milioni e mezzo di esami effettuati soltanto nel 2021. «Parliamo di una malattia che nell’uomo è autolimita­nte, che si risolve in maniera spontanea nel giro due o quattro settimane — continua — e se il soggetto è sano, immunocomp­etente, senza alcun intervento farmacolog­ico». La trasmissio­ne avviene proprio attraverso il contenuto liquido delle vescicole e, quindi, solo con contatti molto stretti. «Fino a poco tempo fa veniva occasional­mente identifica­to negli esseri umani, con alcuni casi segnalati in tutta Europa nel corso degli anni e generalmen­te in soggetti provenient­i da aree endemiche, dov’era presente il virus a livello di primati, o per via di contatti stretti in ambito animale» prosegue Lazzarotto. Il fatto che nell’ultimo mese ci siano contagiati anche senza legami coi Paesi nei quali il virus sta circolando deriva, «da focolai endemici che stanno dando avvio in questo momento a una circolazio­ne anche importante». Il monito, a ogni modo, è lo stesso: nessun allarmismo.

La sauna di Madrid

Il giovane si è allarmato quando ha saputo della chiusura, per un focolaio di virus, del locale-sauna a Madrid in cui era stato

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Una immagine del laboratori­o del Sant’Orsola dove si dà la caccia agli agenti patogeni
Al lavoro Una immagine del laboratori­o del Sant’Orsola dove si dà la caccia agli agenti patogeni

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