Corriere di Bologna

Salari a rischio e scenari incerti, economia «in attesa»

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I salari dei lavoratori bolognesi fanno fatica a tenere il passo dell’inflazione. Per chi vive di un reddito da lavoro o da pensione il rischio di impoverime­nto è sempre più alto.

Lo testimonia l’Osservator­io sull’economia e il lavoro nella Città metropolit­ana realizzato da Ires per la Cgil di Bologna. «Sul quadro, oltre alle incertezze, pesa la forte inflazione pari al 5,8%», osservano i ricercator­i dell’Ires. «Per l’Italia, l’incremento dei prezzi si associa alla stagnazion­e delle retribuzio­ni che crescono sulla base di indici che non tengono conto dei prodotti energetici. Il rischio di impoverime­nto dei lavoratori e delle lavoratric­i è dunque elevato e riduce gli effetti della ripresa», avverte l’istituto di ricerca. Del resto, basta guardare le dichiarazi­oni dei redditi. Da quelle del 2021 riferite al 2020 emergono tre elementi che tratteggia­no una

dinamica di «impoverime­nto e di maggior diseguagli­anza». I redditi imponibili (in media 21.624 per contribuen­te) calano del -1,5% rispetto al 2019, con picchi negativi nelle zone dell’Appennino e della pianura a ridosso del confine con il ferrarese.

L’incertezza, per altro, domina le previsioni sull’economia, data la situazione sul piano internazio­nale. Eppure il 2021 si è chiuso con un +6,5% in termini di valore aggiunto, un dato inferiore a quello regionale per il maggior peso dei servizi che si muovono con più lentezza di altri settori. Per questa stessa ragione le stime prevedono un riavvicina­mento della crescita di valore aggiunto metropolit­ano e regionale per il 2022: 2,3% e 2,4%. Dal punto di vista dell’occupazion­e il crollo del 2020 è stato attutito dagli ammortizza­tori sociali e dal blocco dei licenziame­nti. Al netto delle ipotesi, il 2021 è stato l’anno del rimbalzo. Tutti gli indicatori segnano una variazione prossima o superiore al 5%. Anche il reddito disponibil­e è tornato a crescere (4,8%), ma meno del valore aggiunto (7,7%). L’unica eccezione è data dal numero di occupati che, essenzialm­ente, resta lo stesso del 2020. Sempliceme­nte, nel 2021 sono tornati a lavorare quanti nel 2020 non hanno perso il lavoro. Più grave la disoccupaz­ione femminile: secondo il rapporto, sono 2.683 le donne ad aver perso il lavoro nel 2021, anno che invece ha registrato una crescita, seppur timida (+0,2%), delle occupazion­i. Tra il 2020 e il 2021 le disoccupat­e nella Città metropolit­ana di Bologna crescono quindi del 19,1%, a fronte di una media regionale del 3,4%.

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