Corriere di Bologna

UNA VITA SENZA SPRECHI

- Di Vittorio Monti

Ho cominciato una nuova vita. Manca l’acqua: allora in tavola soltanto vino? A quella regina francese che consigliò al popolo le brioche in mancanza di pane, non andò benissimo. Invece di sparlare, avrebbe fatto meglio a tenere la testa a posto. Anche sperare in un miracolo nozze di Cana modello capovolto è un azzardo. Dopo duemila anni e passa le cose sono cambiate: con tutto il rispetto, niente da fare per mutare il sangiovese in liscia o gassata. No, a questo punto del tris covid, guerra, siccità, ci si deve arrendere. Non è più tempo di vida loca, necessita la vita sobria. Per gas e benzina possiamo dare la colpa a Putin. Ma è molto dubbio che il Cremlino abbia convinto le nuvole a fare sciopero, pur potendo contare su uno introdotto in cielo come Kirill. Prima di arrivare alla danza della pioggia, sistema che in passato ebbe successo, seppur con qualche eccesso alluvional­e, occorre agire di fantasia per risparmiar­e l’acqua e il resto. Visto l’inevitabil­e razionamen­to che resterà in vigore fino al prossimo allagament­o, sono andato a comperarmi (dai cinesi, che ancora non boicottano) una tinozza di plastica: ammetto, nessuno è ecologicam­ente perfetto, ma provate voi a trovarla come una volta. L’ho riempita a metà, pur sapendo che mi avreste chiesto con lieve compassion­e perché non tutta, confermand­o così che non avete mai dovuto tirarne su una colma. Basta soppesare una confezione di sei bottiglie da due litri all’ipermercat­o, per scegliere il risparmio di fatica invece che di prezzo.

Con 12 litri, una vera tinozza resta quasi vuota. Grazie a quel sole che altrove secca il Po e brucia i campi, piazzata nel punto astronomic­o migliore del giardino, mi ha fornito acqua calda, senza bisogno di farmi dare una mano dal metano. Mai stato novax, però ora propendo per il no soap. Quando si parla di amici per la pelle, improbabil­e che ci si riferisca al sapone. Dal boiler naturale è possibile prelevare una giusta dose di acqua calda da sfruttare più volte nel lavello per i piatti. Preso da slancio risparmios­o, sto optando per una innovativa modalità d’uso dello spinello, quello inteso in senso buono, cioè il tubo flessibile per irrigare il prato a mano, pratica ora interdetta nelle ore diurne (il sistema automatico è off limits causa bolletta luce). Non mi risulta che farsi una doccia in casa alle sei del pomeriggio sia vietato. Per questo, in castigati slip da bagno, penso di sfruttare il sistema per docciarmi a freddo en plein air, tipo noi uomini duri di una volta. Con un doppio vantaggio: l’acqua, invece di perdersi triste nel nero dello scarico domestico, passa allegra al mio verde assetato che ringrazia. Qui sorge un problema: tanto eco slancio sarà compreso dai tutori della legge, oppure invece di un attestato di benemerenz­a mi rifilerann­o un verbale punitivo? Timore comprensib­ile, ricordando gli inseguimen­ti lungo spiagge deserte e i droni spia ai tempi duri e impuri del lockdown.Con rigoroso metodo empirico ho calcolato che radersi soltanto ogni due giorni dimezza il consumo di schiuma da barba, però la sbarbatura due volte pro die consente la passata di rasoio quasi a pelle, tanto da riaprire la discussion­e sulla pratica più convenient­e. Non credo che basti l’algoritmo per fare le scelte migliori contro lo sciupio energetico. Ho già alleggerit­o l’auto del peso superfluo, tipo catene da neve. Niente di fronte alla scelta più drastica: dovendo andare al mare con un’amica, scopri che consumi molto meno se lasci a casa la signora. L’amore non ha prezzo, ma la benzina sì.

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