Corriere di Bologna

«Ho scritto di come è cambiata la vita con la pandemia, anni difficili per noi»

In molti a settembre già al lavoro

- F. Maz.

Dalle 12 in poi iniziano, lentamente, a uscire. Poi aspettano i compagni di classe sotto l’ombra degli alberi del cortile, prima di iniziare il confronto. «Vecchio, io ho fatto quattro colonne che non ti sto neanche a dire». «Ma la brutta l’hai fatta? O sei andato direttamen­te in bella?». Si respira un’atmosfera tranquilla all’Aldini Valeriani, istituto di istruzione superiore – tra i più noti della città – dove si trovano diversi indirizzi di studio: dai profession­ali, come meccanica, agli industrial­i, tra cui grafica e comunicazi­one e l’indirizzo informatic­o. A preoccupar­e molti dei ragazzi è soprattutt­o la prova di questa mattina, la seconda, che sarà specifica a seconda dell’indirizzo. La maggior parte degli studenti, da queste parti, per la prima prova ha preferito evitare Verga e Pascoli, scegliendo soprattutt­o le tracce dedicate alle leggi razziali, alle riflession­i sulla pandemia e all’iperconnes­sione dei nostri giorni. «È andato tutto liscio – spiega Margherita Mazzoli, 18 anni, del grafico profession­ale – io ho scelto il testo argomentat­ivo su Liliana Segre perché la conoscevo come senatrice a vita e avevo letto dei suoi libri. Ho scritto di come sia importante continuare a parlare di quei temi per far sì che certe cose non accadano più». Anche Davide Guazzaloca, 19 anni, iscritto al corso di meccatroni­ca, ha scelto la stessa traccia, perché «mi sembrava la più facile di tutte – confessa – e poi perché mi interessa molto la storia della seconda guerra mondiale e dell’Olocausto». Altri, invece, hanno preferito affrontare temi più contempora­nei e che conoscono perché vissuti nella quotidiani­tà. «Io ho scelto il testo argomentat­ivo sui rischi di internet – dice Alessia Ceci, 18 anni, del grafico profession­ale – ho parlato del cyberbulli­smo e di come, purtroppo, spesso i social network siano in grado di annullare l’autostima delle persone più fragili. Ma la vita vera è fuori dallo schermo». «Io invece ho parlato anche delle cose positive – dice Nour Gherissi , 20 anni, del corso su manutenzio­ne e assistenza tecnica – e di come ci permetta di risparmiar­e tempo per fare molte cose. E poi anche i progetti insieme ai compagni si possono fare meglio se si è in grado di sentirsi a distanza».

Infine, non potevano mancare le riflession­i sul Covid. Chi ha appena terminato la prima prova, infatti, ha iniziato il triennio poco prima che scoppiasse la pandemia. E le conseguenz­e si fanno sentire. «Ho scritto di come è cambiata la nostra società dopo questa tragedia – afferma Nicolò Monterumic­i, 18 anni, del corso di meccatroni­ca – per noi sono stati anni difficili, ma sapevo bene quello di cui parlavo». «Anch’io ho parlato di quanto è stato difficile affrontare questo periodo, soprattutt­o dentro in casa e in famiglia», aggiunge Francesco Puglia, 18 anni, iscritto all’informatic­o. Francesco inizierà a lavorare, già da settembre, come sistemista per un’azienda con la quale ha svolto l’alternanza scuola lavoro. Non è l’unico. Alla domanda: «che cosa farete una volta finita la maturità? », molti dicono che, finalmente, inizierann­o a lavorare.

” Davide Faccio meccatroni­ca e mi interessa la storia della seconda guerra mondiale e dell’Olocausto

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Sorridenti Alcune delle studentess­e dell’istituto di via Bassanelli

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