Corriere di Bologna

«Mi aspettavo Verga e Pascoli, le tracce erano abbastanza facili»

E c’è chi pensa già alle vacanze

- Francesco Betrò

Sono appena passate le 12, l’orario dopo il quale si poteva consegnare. Sara è stata la prima del liceo classico Minghetti a finire il tema di italiano, la prima prova della maturità iniziata ieri: «Ho scelto la traccia su Liliana Segre — racconta —, sul suo pensiero e sul modo in cui aveva vissuto le leggi razziali quando era piccola. Bisognava esprimere il proprio pensiero ed è quella più facile che ho trovato». Sara ha 18 anni, ha fatto la primina, ma ha già le idee chiare sul suo futuro: «Dopo il liceo voglio iscrivermi a Lettere moderne per andare a insegnare latino e italiano, possibilme­nte al Minghetti».

Come lei, tanti altri studenti hanno scelto il brano della senatrice a vita, sopravviss­uta all’Olocausto, e di Gherardo Colombo: «Ho fatto questa perché si collegava anche alla questione della memoria e dell’indifferen­za, che comunque è una tematica abbastanza attuale», spiega Giuseppe. Tra i temi più gettonati anche quello sulle nuove tecnologie digitali e l’iperconnes­sione, partendo da un testo di Vera Gheno e Bruno Mastroiann­i. Pochi coraggiosi hanno optato invece per l’analisi del testo. Massimo ha scelto la poesia La via ferrata di Giovanni Pascoli, perché «l’ho sempre sentita vicina», mentre Maria Chiara ha preferito Nedda, la novella di Giovanni Verga: «Me l’aspettavo — spiega —, le tracce erano abbastanza semplici».

Lo pensano anche i professori, contenti che dal ministero dell’Istruzione abbiano individuat­o autori moderni e che si siano messi «una mano sul cuore, capendo che dopo due anni di Dad bisognava venire incontro ai ragazzi». Il tema di italiano è tornato a essere la prima prova della maturità dopo due anni di mega orale a causa del covid. Niente mascherine obbligator­ie e quindi, raccontano i ragazzi, «nessuno le ha indossate, eccetto i professori. Abbiamo comunque tenuto le finestre sempre aperte in aula».

Una modalità di esame nuova per la generazion­e che ha completato gli studi durante la pandemia. Sul ritorno alla prova scritta, però, le opinioni si dividono, tra chi è contento e chi vedeva nell’orale una possibilit­à per parlare anche di tematiche più connesse all’attualità: «È stato traumatico tornare agli scritti — racconta Sara —. Quando ce l’hanno detto non l’abbiamo presa benissimo. I professori, però, ci hanno preparato bene e ci hanno dato una mano». Se la prima prova ormai è alle spalle, per studenti e studentess­e del classico domani c’è la temuta versione di latino: «Quella sarà la vera sfida» dice Giuseppe.

Dopo questa, però, il percorso sarà tutto in discesa e c’è chi già pensa alle vacanze, necessarie per riposarsi e staccare la testa, magari tra una passeggiat­a in montagna e un tuffo al mare: «Prima andrò in Montenegro e poi all’isola di Pag », dice Samuele illustrand­o i suoi piani. La scelta su cosa fare dopo, per il momento, è rimandata. Qualcuno, come Federico, con greco e latino non vuole più avere niente a che vedere: «Dopo voglio fare chimica, è la materia che mi è piaciuta di più in questi anni».

” Federico Dopo voglio fare chimica, è la materia che mi è piaciuta di più in questi anni, greco e latino no

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Felice Sara è la prima studentess­a del suo liceo a finire la prima prova

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