In regione introvabili 22mila lavoratori
Al via oggi il Festival del Lavoro fino a sabato. La ricerca: in quattro anni la manodopera irreperibile al 40%
Al via oggi, e fino a sabato, la tredicesima edizione del Festival del Lavoro, la manifestazione itinerante organizzata dal Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro in collaborazione con l’Alma Mater.
Oltre 300 relatori, tra consulenti, accademici, politici, rappresentanti sindacali e studenti, si confronteranno sul tema del cambiamento del mercato del lavoro in epoca post-pandemica. È previsto anche un intervento video del ministrto Andrea Orlando, alla cerimonia di apertura. Al centro del dibattito ci saranno i risultati dell’indagine «Il lavoro che c’è, i lavoratori che mancano» curata dalla Fondazione Studi Consulenti del lavoro. Secondo lo studio esiste un mismatch tra domanda e offerta in diversi settori strategici che rischia di portare entro il 2026 a una situazione emergenziale in cui in Italia non si troveranno 1 milione e 350 mila figure professionali richieste.
L’allarme appare ancora più marcato in Emilia-Romagna dove, a fronte di quasi 54 mila nuovi ingressi previsti, si prevede difficoltà di reperimento delle aziende per quasi 22 mila unità, il 40,7% della domanda. In regione il tasso di irreperibilità è leggermente superiore alla media italiana (39,2%). Le province dove si riscontrano le criticità più alte sono Reggio Emilia (46,8% dei profili in entrata considerati di difficile reperimento), Modena (46%), Parma (44,2%) e Bologna (43,5%). Rimini è la provincia che registra minori difficoltà: solo il 33,4% dei profili è considerato di difficile reperimento. Ma l’alto livello di entrate - nei prossimi due mesi sono previste più di 12 mila assunzioni, legate all’avvio della stagione turistica — la rendono quella dove ad oggi si concentrano in termini assoluti il maggior numero di assunzioni a rischio di irreperibilità (più di 4000 su un totale di oltre 12mila assunzioni previste). Tra le figure che mancano spiccano cuochi e camerieri (oltre 5 mila), seguiti da operai metalmeccanici ed elettromeccanici (1.690), conduttori mezzi trasporto (1.470) e personale non qualificato nei servizi di pulizia (1.348). In termini relativi, i più difficili da reperire, dopo farmacisti, biologi e specialisti scienze della vita (75,9%), sono i tecnici della sanità e dei servizi sociali (67,7%), gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche (65,6%) i tecnici dell’ingegneria e settore informatico (il 61,8% contro una media Paese del 56,6%) e gli autisti (60,5%).
«Stiamo vivendo una fase di transizione — spiega la presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, Marina Calderone — : la sfida è intercettare i cambiamenti per venire incontro alle nuove esigenze di imprese e lavoratori».
I dati del turismo
Nei prossimi due mesi mancheranno 4000 addetti su oltre 12.000 assunzioni previste