Nasce la rete unica della Reumatologia
Sedici centri, due hub, 18 medici tra Ausl e Sant’Orsola e spazio alla telemedicina
nelle Case della salute, due hub, uno al Maggiore e uno al policlinico, e nella quale lavorano 18 medici. Diretta da Massimo Reta, la nuova rete è capace di offrire una sempre maggiore prossimità della cura, novità terapeutiche e di infusione farmacologica per oltre 10 mila pazienti cronici assistiti nel bolognese.
«Questo modello organizzativo può essere un esempio utile anche per altre specialità», dichiara Paolo Bordon, direttore generale dell’Ausl.
«Non tutte le patologie sono uguali — sottolinea la direttrice generale del Sant’Orsola Chiara Gibertoni — avere un assetto diverso ci consente di far funzionare al meglio i percorsi di presa in carico». «A Bologna non c’era un centro di riferimento unico — conferma Conti —. Il servizio era frantumato e con grandi difficoltà di accesso. Le nostre patologie sono di 120 tipologie diverse, questo modello di presa in carico potrebbe essere fondamentale anche per altre patologie e in altre province». Col nuovo assetto, assicura dal canto suo Reta, «il malato avrà il giusto setting assistenziale qualunque patologia sia e la stessa qualità in tutto il territorio».
Grazie alla telemedicina, inoltre, sarà più facile per l’equipe della Reumatologia garantire le visite di controllo ogni tre mesi. Ad oggi, spiega l’Ausl, oltre 150 pazienti hanno dato parere positivo alla telemedicina. La maggior parte dei malati reumatologici sono persone in età lavorativa con un’età media di 48 anni. Finora le prestazioni erogate in telemedicina hanno coinvolto per il 30% persone affette da artrite reumatoide, per il 25% con artrite psoriasica, per il 19% con spondiloartrite, per il 14% con connettiviti e per il 9% con vasculiti.