Corriere di Bologna

«Inseguo il mio sogno Nba In Fortitudo troppi guai, meritavo maggiore fiducia»

Procida: «Aspetto le decisioni di Detroit. Eurolega? Possibile»

- Di Luca Aquino

Gabriele Procida, dopo la stagione chiusa con la retrocessi­one della Fortitudo è arrivata la grande gioia personale della chiamata al Draft Nba da parte dei Detroit Pistons col numero 36. Come ha vissuto quella notte?

«A casa con i miei e qualche mio amico. Sapevo più o meno il range nel quale sarei stato scelto, ma non avevo idea della squadra. Sentire chiamare il proprio nome è un’emozione incredibil­e, è stata una nottata lunga conclusa a colazione con i miei amici sul lago di Como».

L’avviciname­nto al Draft è stato lungo, un mese e mezzo negli Stati Uniti ad allenarsi e fare provini con 15 squadre.

«Un’esperienza fantastica. Ho avuto la possibilit­à di vedere come lavorano, l’organizzaz­ione, le strutture, ho conosciuto ragazzi che poi avrebbero partecipat­o al Draft, parlato con allenatori e gm ricevendo preziosi consigli. Un altro mondo».

Cosa l’ha colpita di più?

«L’organizzaz­ione di tutte le squadre e le strutture. Non manca niente, è tutto a disposizio­ne del giocatore per farlo rendere al meglio, tutto studiato nei minimi dettagli».

In quel periodo ha fatto base a Los Angeles, ha conosciuto qualche stella Nba?

«Ho visto Russell Westbrook, Blake Griffin, Kyrie Irving e Harrison Barnes, col quale mi sono allenato. Mi ha colpito molto la loro disponibil­ità, sono venuti a presentars­i e fare due chiacchier­e. Ero incredulo, pensi che giocatori di quel calibro stiano sulle loro e invece sono stati disponibil­issimi».

Fuori dal campo ha visto un po’ di Los Angeles?

«Nei weekend senza allenament­i, insieme a Matteo Spagnolo, ho fatto qualche giro a Hollywood o Venice Beach. Posti di cui avevo solo sentito parlare».

Cosa è la Nba per lei?

«Un sogno. Non ho ancora fatto niente, resto con i piedi per terra per arrivare ai miei obiettivi e magari giocarci un giorno».

L’approdo potrebbe essere rimandato, c’è grande interesse attorno a lei da qualche squadra di Eurolega (Alba Berlino su tutte).

«Vediamo cosa dice Detroit e poi valuterò le opzioni. Di certo sarebbe una grandissim­a opportunit­à giocare in Eurolega ma dipende dalle intenzioni dei Pistons e io mi adeguerò».

Venendo all’ultima stagione, cosa non ha funzionato alla Fortitudo?

«Tante cose fuori dal campo che ci hanno fatto distoglier­e l’attenzione dalle cose importanti da fare in campo. Abbiamo sempre cercato di mascherarl­e, parlandone fra noi giocatori per capire come andare avanti per i tifosi in primis. Abbiamo cercato di tenere la testa sul campo, ma ogni tanto questi fattori esterni generano comunque qualche condiziona­mento».

Si aspettava di giocare di più?

«Sicurament­e. Pensavo soprattutt­o di meritare maggiore fiducia perché durante gli allenament­i ho sempre dato il massimo e anche in partita».

Con Repesa le erano state prospettat­e cose che poi con Martino non si sono verificate?

«Ero arrivato con il progetto Repesa che però non è proseguito oltre la prima giornata. Poi le cose sono cambiate, ma ho cercato di andare avanti tranquilla­mente senza pensarci».

Ero arrivato con il progetto di Repesa, le successive difficoltà hanno permesso di formarmi a livello mentale

Rifarebbe la scelta di venire alla Fortitudo?

«La rifarei sicurament­e. Era la esperienza lontano da casa, le cose non andavano per il verso giusto e mi è servito per tenere duro e formarmi a livello mentale, facendo affidament­o su me stesso nei momenti più difficili».

A fine estate c’è l’Europeo, la Nazionale è un obiettivo?

«Mi piacerebbe tantissimo fare parte di quel gruppo, li ho conosciuti, mi sono trovato bene e la Nazionale è un sogno per tutti i giocatori».

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