Mods contro rockers Torna «Quadrophenia»
Il film che segnò il debutto di Sting stasera al Fienile Fluò
«Quadrophenia», il film uscito nel 1979 ma anche l’omonimo album degli Who pubblicato nel 1973, sono lo specchio, a più di quaranta anni, di un’Inghilterra morta e sepolta sotto i colpi di una società che si scontra sui social e non di certo a Brighton vicino alle bianche scogliere. Un film che sarà proiettato questa sera a Fienile Fluo per la rassegna «Music roots» a cura di Roy Menarini (ore 22, euro 5). Quadrophenia è un racconto di sottoculture, della rivalità tra i mods e i rockers. I primi appartenenti alla classe proletaria ma che da quello stato sociale cercavano di fuggire vestendo in modo impeccabile, il parka era la loro uniforme come gli abiti di sartoria, si muovevano su Vespe e Lambrette tirate a lucido ascoltando il northern soul. Gli altri, pur sempre riconducibili alla stessa classe sociale, amavano il rock’n’roll, indossavano giubbotti di pelle, avevano i capelli impomatati e bevevano ettolitri di birra, a differenza dei mod che cominciarono a provare le anfetamine. Uno scontro tra opposte fazioni che culminava spesso in tremende scazzottate a Brighton, enfatizzate dalla stampa del periodo.
Proprio sullo sfondo di questi scontri si muove la storia del film con il suo protagonista, Jimmy Cooper, impersonato da Phil Daniels, la sua parte fu offerta all’inizio a Johnny Rotten (Sex Pistols, P.I.L.) che rifiutò l’offerta; un mod che vede sgretolarsi la sua vita e le sue convinzioni giorno dopo giorno, «tradito» anche da Ace, impersonato da un giovanissimo Sting che poco dopo sarebbe diventato musicista di fama mondiale con i Police. Una vita che muore nell’ultima straziante scena, mentre la ribellione finisce con un nulla di fatto. Il film diretto da Franc Roddam, l’ideatore del format MasterChef andato in onda per la prima volta sulla BBC nel 1990, uscì in pieno revival mod, quando i nemici erano i punk ma i luoghi degli scontri erano sempre le vie di Brighton. Un revival che partorì gruppi come i Secret Affair, o i Purple Hearts e una figura mitologica, quel Paul Weller dei Jam chiamato il modfather. Un revival che continua a ripetersi anche se in maniera
diversa.
Alcuni anni fa la linea di abbigliamento «Pretty Green» (allora di proprietà di Liam Gallagher, la voce degli Oasis), mise in commercio un parka che riproduceva quello degli anni Sessanta indossato dagli Who, oggi è diventato un oggetto da collezione; mentre i Soft Cell nel 2018 hanno pubblicato il singolo Northern lights, nel cui video una platea di attempati mod arriva nel parcheggio del club in sella a Vespe e Lambrette agghindate con decine di fari, come richiedeva una regola del modernism. Nonostante rappresenti una società finita chissà dove, Quadrophenia (i produttori furono gli Who, ndr) è un racconto corale, uno spaccato esistenziale, una disanima degli anni ‘60 in una Gran Bretagna vista dal punto di vista dei mod. Ultima curiosità, la voce di Phil Daniels la si può ascoltare nel singolo Parklife dei Blur. La band alla moda nella guerra con gli Oasis di qualche anno fa.