Corriere di Bologna

Versari: «Didattica a distanza? Tutti a scuola prima possibile»

- Micaela Romagnoli

La linea tratteggia­ta dall’Ufficio scolastico dell’EmiliaRoma­gna è chiara. Anche se mancano meno di due settimane alla fine dell’anno, va assicurato agli studenti il più possibile il diritto a stare a scuola, «gomito a gomito», come sottolinea il Direttore generale Stefano Versari. Tempi e modalità dipendono da quanto ciascun istituto sia stato colpito da allagament­i e frane. Sono 105 i plessi statali interessat­i dagli effetti dell’alluvione in regione, 49 hanno segnalato criticità per la ripresa dell’attività didattica, 58 hanno criticità per viabilità e trasporti, 44 hanno destinato parte dei locali a sfollati. Sono 150 mila gli studenti coinvolti in diversa misura nell’evento.

«Il principio diffusamen­te condiviso è quello di avere tutti i ragazzi a scuola il prima possibile — spiega Versari — che sia nella loro, in un’altra, in un edificio messo a disposizio­ne o provvisori­o, ma deve essere data priorità allo stare a scuola. Per quanti invece siano impossibil­itati a causa di strade interrotte, allora si individuer­anno modalità personaliz­zate, anche ricorrendo all’utilizzo di dotazioni e strumenti digitali — prosegue — Ma si deve trattare di un approccio personaliz­zato, studiato caso per caso, come la normativa già consente». Del resto, l’Emilia-Romagna non è acerba nel gestire la didattica in emergenza: «Già nel 2012 con il terremoto — ricorda

Versari — grazie alla volontà della Regione, è stato possibile riportare immediatam­ente i ragazzi in aula o sotto le tende o in strutture prefabbric­ate. È stata una decisone condivisa da tutti, sono certo che questo accadrà anche in questa occasione».

Se in Romagna la situazione è più complessa, nel Bolognese

gli studenti più in difficoltà sono quelli che risiedono nei Comuni dell’Appennino maggiormen­te segnati da smottament­i e limitazion­i alla circolazio­ne. Al Maiorana di San Lazzaro, già da sabato scorso alcuni sono in didattica integrata a distanza, circa 180 su oltre 1300: «Abbiamo molti ragazzi che arrivano dal com

prensorio dell’Appennino e abbiamo cercato fin da subito di andare incontro alle loro esigenze e a quelle delle famiglie — spiega la dirigente Serafina Patrizia Scerra — Molti hanno dovuto affrontare lo smarriment­o dovuto all’isolamento nel quale si sono ritrovati, le difficoltà a raggiunger­e la scuola per la viabilità interrotta, le preoccupaz­ioni dei genitori per le assenza che si potevano accumulare». Numeri contenuti all’Istituto tecnico Salvemini di Casalecchi­o: «Affluiscon­o a questa scuola studenti da Monzuno, Vado, Monte San Pietro, località colpite, però non abbiamo avuto tante richieste dopo la comunicazi­one alle famiglie della possibilit­à di attivazion­e della ddi: circa una decina; abbiamo offerto anche la flessibili­tà oraria in entrata e in uscita, per andare incontro ai nuovi tempi di percorrenz­a», spiega il dirigente Carlo Braga.

La didattica digitale integrata viene incentrata in questa fase sulle valutazion­i, verifiche e interrogaz­ioni da recuperare; non si sta collegati allo schermo come a tempi del Covid per l’intera mattinata. A testimonia­nza dell’estrema personaliz­zazione dei percorsi, l’esempio del liceo Minghetti, come conferma il preside Roberto Gallingani: «Abbiamo solo una studentess­a di Loiano che ha fatto richiesta e per la quale abbiamo attivato la didattica digitale integrata».

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