Versari: «Didattica a distanza? Tutti a scuola prima possibile»
La linea tratteggiata dall’Ufficio scolastico dell’EmiliaRomagna è chiara. Anche se mancano meno di due settimane alla fine dell’anno, va assicurato agli studenti il più possibile il diritto a stare a scuola, «gomito a gomito», come sottolinea il Direttore generale Stefano Versari. Tempi e modalità dipendono da quanto ciascun istituto sia stato colpito da allagamenti e frane. Sono 105 i plessi statali interessati dagli effetti dell’alluvione in regione, 49 hanno segnalato criticità per la ripresa dell’attività didattica, 58 hanno criticità per viabilità e trasporti, 44 hanno destinato parte dei locali a sfollati. Sono 150 mila gli studenti coinvolti in diversa misura nell’evento.
«Il principio diffusamente condiviso è quello di avere tutti i ragazzi a scuola il prima possibile — spiega Versari — che sia nella loro, in un’altra, in un edificio messo a disposizione o provvisorio, ma deve essere data priorità allo stare a scuola. Per quanti invece siano impossibilitati a causa di strade interrotte, allora si individueranno modalità personalizzate, anche ricorrendo all’utilizzo di dotazioni e strumenti digitali — prosegue — Ma si deve trattare di un approccio personalizzato, studiato caso per caso, come la normativa già consente». Del resto, l’Emilia-Romagna non è acerba nel gestire la didattica in emergenza: «Già nel 2012 con il terremoto — ricorda
Versari — grazie alla volontà della Regione, è stato possibile riportare immediatamente i ragazzi in aula o sotto le tende o in strutture prefabbricate. È stata una decisone condivisa da tutti, sono certo che questo accadrà anche in questa occasione».
Se in Romagna la situazione è più complessa, nel Bolognese
gli studenti più in difficoltà sono quelli che risiedono nei Comuni dell’Appennino maggiormente segnati da smottamenti e limitazioni alla circolazione. Al Maiorana di San Lazzaro, già da sabato scorso alcuni sono in didattica integrata a distanza, circa 180 su oltre 1300: «Abbiamo molti ragazzi che arrivano dal com
prensorio dell’Appennino e abbiamo cercato fin da subito di andare incontro alle loro esigenze e a quelle delle famiglie — spiega la dirigente Serafina Patrizia Scerra — Molti hanno dovuto affrontare lo smarrimento dovuto all’isolamento nel quale si sono ritrovati, le difficoltà a raggiungere la scuola per la viabilità interrotta, le preoccupazioni dei genitori per le assenza che si potevano accumulare». Numeri contenuti all’Istituto tecnico Salvemini di Casalecchio: «Affluiscono a questa scuola studenti da Monzuno, Vado, Monte San Pietro, località colpite, però non abbiamo avuto tante richieste dopo la comunicazione alle famiglie della possibilità di attivazione della ddi: circa una decina; abbiamo offerto anche la flessibilità oraria in entrata e in uscita, per andare incontro ai nuovi tempi di percorrenza», spiega il dirigente Carlo Braga.
La didattica digitale integrata viene incentrata in questa fase sulle valutazioni, verifiche e interrogazioni da recuperare; non si sta collegati allo schermo come a tempi del Covid per l’intera mattinata. A testimonianza dell’estrema personalizzazione dei percorsi, l’esempio del liceo Minghetti, come conferma il preside Roberto Gallingani: «Abbiamo solo una studentessa di Loiano che ha fatto richiesta e per la quale abbiamo attivato la didattica digitale integrata».