In regione gli enti locali rinegoziano 40 mutui Liberati 10 milioni di euro
L’iniziativa di Cdp che nel Paese ha sbloccato 320 milioni
Un’operazione partita a inizio aprile di quest’anno, prima dell’attuale emergenza alluvione, ma che tornerà certamente utile in questo drammatico periodo: Cassa depositi e prestiti ha permesso la rinegoziazione dei mutui — offrendo le opportune garanzie — per gli enti locali e in Emilia-Romagna sono andate in porto circa 40 richeste relative a un debito residuo di oltre 140 milioni. Tanto che sono state liberate risorse che superano i 10 milioni di euro. Le cifre sono definitive. Il termine per il perfezionamento dei contratti è infatti scaduto ieri.
L’azione di Cdp è stata la più vasta mai realizzata negli ultimi anni insieme alle garanzie elargite in tempo di pandemia Covid ed è stata dettata dall’aumento dei costi energetici e delle materie prime che gia a fine dell’anno scorso avevano messo a dura prova la tenuta dei bilanci delle amministrazioni locali. All’istituzione finanziaria dello Stato sono arrivati dagli enti locali sul territorio nazionale richieste di rinegoziazione per oltre 120 mila mutui, che sono la quasi totalità dei contratti in essere.
Nel complesso, l’intervento consentirà di liberare in tutto il Paese nel periodo 20232024 risorse complessive pari a 320 milioni che saranno messe a disposizione dei territori. Il bacino potenziale era di 6.600 enti locali, che avrebbero potuto rinegoziare fino a 130.000 mutui per un debito residuo totale di circa 24 miliardi.
Per la prima volta le procedure per le trattative e le stipule concordate sono avvenute esclusivamente in digitale coinvolgendo circa 800 enti. Al Nord hanno aderito oltre 200 enti, al Sud e nelle Isole più di 400 e al Centro circa 150. Si tratta di province e città metropolitane che non avranno l’onere di sbloccare i fondi generati. Le somme potranno essere immediatamente utilizzate con interventi mirati a favore della popolazione.
Nel dettaglio, a fronte dell’innalzamento dei tassi di interesse che ha reso più caro il costo del denaro. l’iniziativa ha permesso di rinegoziare in totale oltre 30 mila prestiti per un debito residuo totale di circa 7,3 miliardi (il 30% del totale rinegoziabile) e di liberare così, appunto, 320 milioni di euro.
«In un momento di particolare incertezza legata all’attuale contesto macro-economico e geopolitico — ha dichiarato Massimo Di Carlo, vicedirettore generale e direttore business di Cdp— Cassa Depositi e Prestiti è al fianco degli amministratori locali, per rispondere efficacemente alle istanze delle comunità e ai bisogni dei cittadini». È «a disposizione degli enti per sostenerli ai fini dello sviluppo del territorio nelle fasi di complessità e criticità».
Di ogni prestito c’è stata la possibilità di rimodulare la quota mensile e a durata del rimborso e passare al tasso fisso per evitare le oscillazioni del mercato. Il tasso d’interesse post rinegoziazione sarà fisso anche per i finanziamenti precedentemente calcolati a tasso variabile.