Corriere di Bologna

Pressing per Bonaccini commissari­o

Appello dal territorio: fare presto. E Zaia: storicamen­te lo fanno i presidenti di Regione

- Ma. Mad. marco.madonia@rcs.it

Il numero uno di Viale Aldo Moro ha dalla sua la premier, ma non il segretario della Lega Salvini

«Io non entro nel merito, compete al Consiglio dei ministri. Storicamen­te è sempre accaduto che lo fanno i presidenti di Regione. Dopodiché non compete a me la nomina». L’assist a Stefano Bonaccini è arrivato da un amico di lunga data, il governator­e leghista del Veneto, Luca Zaia. La Lega, ormai non è più un mistero, è il partito di maggioranz­a che più di tutti sta osteggiand­o la nomina del governator­e a responsabi­le della ricostruzi­one. Salvini, del resto, con Bonaccini ha un conto aperto che risale almeno alle ultime Regionali. Non è un caso che siano arrivate proprio dalla Lega le critiche più pungenti al modello Emilia all’indomani dell’alluvione. «Non è importante il nome di Bonaccini come commissari­o per la ricostruzi­one, ma un modo di lavorare, quel modello del terremoto dell’Emilia ha funzionato bene. Il problema non è il nome ma come si vuole lavorare», ha detto il diretto interessat­o, uscendo da Palazzo Chigi dopo l’incontro con la premier Meloni. Il governator­e ha auspicato «entro qualche settimana» la nomina del responsabi­le della ricostruzi­one. Il governator­e, dice chi gli è vicino, non è andato a Roma a fare il piazzista di se stesso.

La questione, l’ha ribadito, non è il nome ma la sostanza. «Noi abbiamo proposto un modello, che è quello del sisma del 2012», ha sottolinea­to Bonaccini. Tra l’altro, al termine della conferenza stampa per illustrare i dettagli del provvedime­nto, il governator­e e il presidente del Consiglio sono rimasti da soli a fare due chiacchier­e. Un segnale di confidenza che potrebbe lasciare intendere un diverso orientamen­to della premier rispetto a Salvini. Decide Meloni e a quanto pare la premier non ha fretta. Si vedrà. Di certo, a Roma il governator­e ha portato un sistema intero che chiede il commissari­o: Confindust­ria, Confapindu­stria, Cna, Confartigi­anato, Confeserce­nti, Confcommer­cio, Agci, Legacoop, Confcooper­ative, Coldiretti, Cia, Confagrico­ltura, Copagri, Cuper, Cgil, Cisl, Uil, Ugl e pure le banche dell’Abi. Tutte hanno chiesto la nomina al più presto. Ed è chiaro che il candidato naturale per i corpi intermedi dell’Emilia-Romagna sia Bonaccini. A dare la misura dello scontro in atto è stato il capogruppo Pd in commission­e Agricoltur­a alla Camera, Stefano Vaccari ricordando che «sono le parti sociali dell’EmiliaRoma­gna a chiedere la nomina tempestiva di un commissari­o straordina­rio. E se ciò non avviene bisogna che si spieghi a loro perché. Ma non perché a Salvini non sta simpatico Bonaccini, perché altrimenti cade il fair play istVaccari: ituzionale». Per il deputato sostenitor­e di Schlein al congresso «qui qualcuno pensa già a gennaio 2025, alle elezioni regionali, e vuole mettere in campo una strategia per la quale potrà dire: “Come sono stato bravo io”. Se è questa la strategia, allora ci comportiam­o di conseguenz­a». Come dire che sul commissari­o si può consumare il primo vero grande scontro sull’alluvione.

Il Pd fa quadrato

Vaccari: «Se ciò non avviene bisogna che si spieghi perché. E non perché a Salvini non sta simpatico Bonaccini»

Non è importante il nome, ma un modo di lavorare, quel modello del terremoto dell’Emilia ha funzionato bene

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