«Prioritario ripristinare collegamenti e servizi Solo così le aziende potranno ripartire»
Bozzi di Confindustria Romagna: prima l’agricoltura
«Al di là dei sostegni, è urgente ripristinare le infrastrutture. Linee elettriche e strade nei limiti del possibile, bisogna partire subito con i lavori». Reduce dall’incontro con il vicepremier e ministro degli esteri Antonio Tajani, in visita a Forlì nel tardo pomeriggio di ieri, il presidente di Confindustria Romagna Roberto Bozzi mette in fila le priorità di un settore in sofferenza che pensa al futuro più che a quanto è successo. «Gli imprenditori romagnoli sono determinati a ripartire — assicura — e il 90% lo farà entro pochi giorni».
Bozzi, il maltempo ha messo in ginocchio paesi e città e con questi anche le aziende. Ci sono settori che soffrono più di altri?
«Non c’è un settore maggiormente colpito di altri. La chiave di lettura corretta è questa. Tanto per fare un esempio hanno lamentato qualche sofferenza persino i balneari. Lavorano in un’area che è stata miracolata, i danni delle mareggiate non sono stati significativi e in tre giorni sono tornati operativi. Eppure sembra che nel breve medio periodo qualche contraccolpo dovuto alle disdette dei vacanzieri impauriti di trovare spiagge disastrate potrebbe fari sentire. Ecco, fatta questa premessa non deve stupire che lo scenario nelle
aree in cui ha il maltempo ha picchiato più forte è drammatico. Il 20% delle aziende romagnole nelle tre province è in sofferenza. Addirittura nella bassa Romagna (che comprende gran parte del Ravennate compreso il Conselicese e il Lughese ancora sott’acqua ndr) tutte le aziende sono state colpite per i motivi più svariati in tutti i settori».
È possibile prevedere i tempi
della ripartenza?
«Fare una stima è difficile. Una quota, va ammesso, è già ripartita dopo pochi giorni ma per una settimana ha fermato letteralmente la produzione; un’altra quota è ferma perché semplicemente gli stabilimenti sono allagati. In forma ridotta, io credo che in tre o quattro giorni la gran parte delle aziende possa riprendere a essere operativa in forma ridotta se non altro per quel che riguarda le forniture e le consegne sul mercato. Diciamo che i più fortunati sono già ripartiti come accennavo prima. Io sono fiducioso, sono certo che il 90% della produzione potrà ripartire già nelle prossime settimane ben prima dell’estate. Per la vera ripresa è troppo presto per fare una stima. Ma è importante sottolineare che il settore è motivato a risorgere anche se urgono interventi».
Forse i più colpiti sono gli agricoltori.
«Va ammesso che l’agricoltura è stata colpita in maniera drammatica perché in quel caso si dovranno attendere i tempi per così dire “naturali”. Premettendo che ci sono sinergie tra agricoltura e industria, per quel che riguarda l’agricoltura parliamo di aziende che dovranno attendere anche cinque anni prima di poter ripiantumare, seminare e raccogliere. Per questo siamo favorevoli a una ripartizione “saggia” dei sostegni che saranno stanziati».
Quali devono essere gli interventi prioritari dal vostro punto di vista?
«C’è un problema da risolvere che va anteposto a tutti gli altri, nessuno escluso: quello delle infrastrutture a trecento sessanta gradi. Vanno ripristinati gli argini, le strade nei limiti del possibile nel breve termine, le linee elettriche, condotte per l’acqua e per le forniture del gas. Il ripristino di queste infrastrutture è urgente e deve essere avviato immediatamente. Da una parte tornerà a crescere la fiducia dei cittadini dall’altra quello delle imprese naturalmente nelle istituzioni e nel governo».
Un esempio?
«Il distretto ceramico. Lì c’è un incrocio di criticità. Le colline di Faenza sono state martoriate dalle frane che hanno provocato interruzioni stradali e veri e propri isolamenti di comunità. Questo vuole dire che i dipendenti non riescono a raggiungere le aziende del distretto che hanno sede a Faenza in pianura. I problemi alla viabilità mettono in cristi persino la logistica e quindi il comparto forniture/spedizioni».