La poesia di Cacciapaglia «Punto all’emozione»
Il compositore in concerto al Duse: «Lavoro sul silenzio»
Roberto Cacciapaglia sarà domani sera al Teatro Duse con «Invisible rainbows», uno spettacolo che prosegue nel solco di interazione emotiva portato avanti dal compositore milanese (ore 21, da 27 a 35 euro).
Il suo nuovo album sembra un lavoro più ricco di emozioni rispetto ai precedenti.
«È così, sulla via dell’emozione sto schiacciando sempre più l’acceleratore. In questo caso l’emozione è come un raggio di luce che entra in una stanza buia, anche se è rimasta nell’oscurità per millenni in un istante si illumina. Il rapporto che abbiamo con l’istantaneità è molto diverso, può farci scoprire qualcosa dentro di noi. Non mi interessa l’arte per l’arte».
Come sarà il live?
«Non è un concerto a senso unico ma interattivo. Spero che ci sia un’esperienza profonda col pubblico. Farò intonare una nota musicale, che sarà un diapason per rompere l’idea di interno ed esterno. Il diapason accorda le orchestre ma anche le anime».
Cosa c’è dentro un arcobaleno visibile e uno invisibile?
«L’arcobaleno è il simbolo della luce, della purezza dopo una tempesta. In questo momento stiamo vivendo molte tempeste, ecologiche, guerre, ma sento che l’arcobaleno è vincente. Quelli invisibili sono gli arcobaleni interiori, meravigliosi come quelli che appaiono in cielo. Il suono, anch’esso invisibile, lo sentiamo come un corpo unico ma è composto da tanti armonici e le note vanno riempite di emozioni. Possiamo scrivere una bella melodia ma dobbiamo creare un’esperienza di crescita».
Ha suonato in tutto il mondo. Ha trovato differenze tra le varie platee?
«Davanti alla musica tutte le differenze geografiche, di classe, storiche, o etniche vengono stemperate, il pubblico è uno solo e nella musica vede un’esperienza».
Almeno una persona ha intravisto nella copertina del disco due che si baciano. Qual è il vero messaggio?
«La copertina rappresenta gli arcobaleni tondi che si creano intorno alla Luna, al Sole ma la visione di due persone che si baciano è bellissima. Ognuno può vedere quello che sente. Il mio lavoro è molto legato all’idea delle costellazioni, il pianoforte lo utilizzo al centro, mentre gli archi e l’elettronica sono le stelle».
Cos’è per lei l’intelligenza artificiale?
«Uno strumento interessante, dipende da come lo utilizziamo. Un’opera realizzata da un computer può essere bella ma non ha significato interiore».
Da dove arriva l’ispirazione per scrivere un brano?
«Lavoro sul silenzio, sul rimanere immobile. Da lì raggiungo uno stato profondo e quello che esce sento che ha un valore. Mia madre, che era sintonizzata con la natura, mi ha sempre detto che nella giornata ci sono due momenti, prima dell’alba e subito dopo il tramonto, in cui il pianeta rimane immobile. La Terra fa una lunga inspirazione di giorno e una lunga espirazione alla notte. In quei momenti ho scritto molta musica».