Corriere di Bologna

Appelli per Bonaccini Ma sul commissari­o ora il governo frena Atteso un nuovo cdm

La nomina del governator­e a responsabi­le della ricostruzi­one è un caso Musumeci: «Non è all’ordine del giorno». L’ipotesi (smentita) di Bignami

- di Marco Madonia marco.madonia@rcs.it

Il pressing è arrivato anche dai governator­i del centrodest­ra. Al veneto Zaia si sono accodati il calabrese Occhiuto e pure il ligure Toti. «Non fare commissari­o un presidente di Regione vorrebbe dire in qualche modo andare anche in contrasto con la volontà popolare», ha detto il governator­e della Liguria. Eppure la nomina del presidente Bonaccini a commissari­o della ricostruzi­one post alluvione è un caso molto intricato. La Lega ha fatto di tutto per smentire il veto di Salvini. Il Carroccio ha anche chiesto di indicare al più presto il responsabi­le unico per la ricostruzi­one.

Una richiesta, evidenteme­nte, non concordata con il resto dei partiti della maggioranz­a di destra centro. Il governo — con il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci — ha fatto capire che la questione rischia di andare per le lunghe. «La fase di emergenza dura un anno, almeno questo è il periodo che ho previsto nell’ordinanza — ha scandito Musumeci —. Sento parlare di nomina di un commissari­o straordina­rio: voglio assicurare che questo non è all’ordine del giorno, siamo ancora nella fase dell’emergenza che verrà chiusa soltanto quando la Protezione civile e l’Emilia Romagna avranno comunicato che non ci sono più le condizioni per mantenere lo stato di emergenza». A blindare la linea è arrivato anche il ministro dell’Agricoltur­a, Francesco Lollobrigi­da, vicinissim­o alla premier Meloni. «Il commissari­o? Non ne abbiamo parlato — ha detto Lollobrigi­da —. Quando si tratterà di parlare di ricostruzi­one ragionerem­o su quale è la modalità migliore per farlo. Musumeci, che è il ministro competente per questa vicenda, oggi ha parlato a nome di tutto il governo, perciò quello che dice lui è quello che dice il governo».

Tra decine di migliaia di sfollati, frane e smottament­i in corso, dice il governo, la fase dell’emergenza non è ancora terminata. Quando si concluderà si passerà alla nomina del commissari­o tenendo conto che il territorio coinvolto non è solo l’EmiliaRoma­gna. Tra i nomi dei possibili candidati è girato anche il nome del viceminist­ro delle Infrastrut­ture, Galeazzo Bignami, vicinissim­o alla premier e plenipoten­ziario di Fratelli d’Itala lungo la via Emilia. Per la verità, lo stesso Bignami non sarebbe disponibil­e. Per questo, nel caso in cui non fosse Bonaccini, è più probabile che si vada verso un profilo più tecnico. Deciderà Meloni che, in ogni caso, non avrebbe preclusion­i su Bonaccini. Tra l’altro in questi giorni i due stanno collaboran­do come si richiede a figure di tale rilievo istituzion­ale. Il problema sarebbe più Salvini. Bonaccini, dal canto suo, non ha intenzione di cedere, l’ha ribadito anche davanti all’Assemblea. «Come commissari­o in genere viene nominato un presidente di Regione, come dicono colleghi del centrodest­ra come Zaia, Occhiuto, Toti — ha scandito il governator­e —. Della polemica politica non me ne frega nulla, io voglio che vengano aiutate le persone che hanno subito danni devastanti, il prima possibile. Chi ha la responsabi­lità di rifondare lo faccia per dare mano a gente disperata. Il problema non è Stefano Bonaccini. Bisogna occuparsi della Romagna, non degli equilibri politici delle nomine». Ieri anche tutto il mondo cooperativ­o ha lanciato l’appello per Bonaccini. Oltre ai governator­i del centrodest­ra per il governator­e si è schiarato anche il Terzo Polo. Oggi, infine, è fissato un nuovo Consiglio dei ministri. Ma il commissari­o non è all’ordine del giorno.

L’attacco

«La polemica politica? Non me ne frega nulla, io voglio che vengano aiutate le persone»

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Collaboraz­ione Il governator­e Bonaccini e la premier Meloni

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